Lorenzo, Eleonora e Luigi sono entrati negli scout da bambini. Arianna invece ha incominciato quando aveva già 25 anni, per seguire il suo fidanzato, che ora è suo marito e con il quale ha due figli. Incoronata, infine, era una ragazzina cui facevano impressione gli insetti e voleva affrontare questa sua paura… Tutti loro oggi sono adulti ma indossano ancora con orgoglio il fazzolettone multicolore e la camicia azzurra dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani). Fanno parte delle “Comunità capi” dell’associazione, sono cioè adulti educatori dei gruppi per ragazze e ragazzi dagli 8 ai 21 anni. Da volontari dedicano allo scoutismo gran parte del tempo libero, tra preparazione delle attività e uscite nei week end.
Li abbiamo incontrati in un caldo pomeriggio d’estate nel parco di Villa Buri a Verona dove, dal 22 al 25 agosto, si è svolta la Route nazionale degli educatori dell’Agesci, un evento che non si ripeteva dal 1997 e che ha radunato 18 mila scout adulti da tutta Italia per riflettere, formarsi, pregare e fare festa. Ascoltandoli, abbiamo immediatamente capito che l’esperienza in Agesci è stata fondamentale nella loro vita. Non un’attività tra la tante, ma un percorso che li ha definiti come persone, cittadini e credenti. Non a caso, i cinque capi scout svolgono professioni in chiara continuità con la vocazione educativa e di cura del creato che hanno maturato nell’associazione. Lorenzo Albertini, di Riva del Garda (Trento), 30 anni, per lavoro disegna cartine escursionistiche; Incoronata Ciavarrella, 31 anni, di San Nicandro Garganico (Foggia), è maestra alla scuola primaria; Eleonora Ledda, di Roma, 27 anni, si occupa di programmi per la conservazione di specie animali a rischio; Arianna Minguzzi, 35 anni, è impiegata a Ravenna in un’azienda che certifica il biologico nel settore agro-alimentare; Luigi Cafiero, 28 anni, è ricercatore di ingegneria ambientale nel campo dei cambiamenti climatici e, con altri tre capi dell’Agesci, ha ideato e gestisce un magazzino confiscato alla criminalità organizzata che, nel centro storico di Genova, è stato trasformato in una “escape room” sulla legalità, un’esperienza di gioco con finalità educative.
«In Agesci ho acquisito capacità di adattamento e ho riempito una “cassetta degli attrezzi” di competenze che mi ha permesso di affrontare i cambiamenti dell’esistenza», osserva Luigi. «Lo scoutismo», conferma Lorenzo, «ti forma grazie alle tante esperienze diverse che ti permette di vivere e che per me si sono rivelate fondamentali: hanno insegnato a progettare ciò che voglio dalla vita». «Tra scout non ci si trova mai soli», aggiunge Incoronata che ha partecipato alle attività dell’Agesci anche quando era studentessa fuorisede a Bologna, «e ci si intende subito perché tutti abbiamo gli stessi valori e sogniamo un mondo migliore».
(Foto di Beatrice Mancini)
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