Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 20 settembre 2024
 
Santo del giorno
 

San Bartolomeo, la sincerità fatta apostolo

24/08/2022  Il suo nome significa "figlio del valoroso". Secondo la maggior parte degli studiosi, però,sarebbe in realtà Natanaele (in ebraico "dono di Dio"): così viene indicato nel Vangelo di Giovanni. Di lui Gesù disse: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: è una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali.

Il suo nome evoca immediatamente la "notte di san Bartolomeo", cioè quella tra il 23 e il 24 agosto del 1572, quando migliaia di cristiani ugonotti vennero massacrati in Francia dai cattolici: è una tra le pagine più tragiche e buie nella storia dei rapporti tra le Chiese. Ma san Bartolomeo, la cui festa si celebra appunto oggi, 24 agosto, è una figura ben lontana da ogni forma di sopraffazione di violenza.  E' infatti un discepolo di Cristo, anzi: un apostolo,  uno dei dodici, cioè uno di coloro che hanno seguito la vita pubblica di Gesù fin dal principio, poco dopo il battesimo nel Giordano e l'inizio della predicazione.

Il nome Bartolomeo è in realtà un patronimico. In aramaico suona Bar-Talmai, ovvero  figlio di Talmai, del valoroso. Secondo la maggior parte degli studiosi il nome proprio di questo apostolo sarebbe Natanaele (in ebraico "dono di Dio"): così viene indicato nel Vangelo di Giovanni. Di lui non sappiamo molto: i testi canonici ci offrono poche, rade pennellate, sufficienti per tracciare un ritratto essenziale. Sappiamo che, come Simone e Andrea, era un pescatore e possiamo supporre che, prima di incontrare Gesù, abbia fatto parte della cerchia del Battista. Era originario di Cana di Galilea: questo dettaglio autorizza a ipotizzare che abbia assistito di persona al primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell'acqua in vino avvenuta, com'è noto, a Cana, durante un banchetto nuziale.

A prima vista quella di Natanaele-Bartolomeo sembrerebbe una figura "secondaria", quasi sempre eclissata da personalità più forti. Ma nel Vagnelo di Giovanni troviamo un episodio che invece lo vede protagonista e che offre numerosi spunti di riflessione: è la chiamata dell'apostolo. Natanaele si trova seduto all'ombra di un fico quando viene raggiunto dall'amico Filippo che con tono entusiastico gli dice «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Bartolomeo è però scettico, diffidente, tanto che risponde con sprezzante incredulità: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?».

E' un uomo concreto e ragiona secondo i canoni dalla tradizione: conosce benissimo quell'insignificante agglomerato di casupole che si trova a pochi chilometri da casa sua e gli pare incredibile che un posto simile, mai menzionato nell'Antico Testamento, possa aver dato i natali al Messia, il liberatore di Israele che tutti attendono. Natanaele ha lo sguardo pessimista e un po' frettoloso di chi si ferma all'apparenza. Ma si ricrederà presto. Infatti, incontrandolo, Gesù dice di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: è una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali in tutti i Vangeli. L'uomo, infatti, ne resta spiazzato: «Donde mi conosci?» domanda. E Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse ti vidi mentre eri sotto il fico». Questa frase tocca nel profondo il cuore di Bartolomeo: coglie forse una domanda inespressa, un pensiero nascosto, testimoniando come Gesù sappia leggere nelle pieghe più segrete dell'interiorità. Fatto sta che l'ex-scettico si trasforma nel volgere di un istante in un fervente seguace di Cristo: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d'Israele!» afferma convinto. Ma ora è il maestro a smorzare i toni: «Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste». Una risposta che talvolta viene citata come esempio dell'ironia presente nel Vangelo di Giovanni.

Terminato questo dialogo Bartolomeo torna nell'ombra, per riemergere solo di tanto in tanto: l.o ritroviamo a Gerusalemme, dopo la Pentecoste, tra coloro che, come riferiscono gli Atti degli Apostoli, sono «assidui e concordi nella preghiera». Tutto il resto è tradizione: alcune fonti parlano di una sua predicazione in India e poi in Armenia, dove avrebbe convertito anche il re, attirandosi però le ire dei sacerdoti pagani attivi nella zona. Per questo, sempre secondo la tradizione, avrebbe subito un atroce martirio, condannato a essere scuoiato vivo e poi decapitato. Ecco perché molta dell'iconografia relativa a san Bartolomeo ce lo mostra con in mano la sua stessa pelle, della quale è stato "svestito" dagli aguzzini. Una delle raffigurazioni più celebri si trova a Roma, nella cappella Sistina: nella maschera di volto, sfigurata dalla sofferenza, che appare su questa pelle pare che Michelangelo abbia voluto tracciare il suo autoritratto.    

Oggi puoi leggere GRATIS Famiglia Cristiana, Benessere, Credere, Jesus, GBaby e il Giornalino! Per tutto il mese di agosto sarà possibile leggere gratuitamente queste riviste su smartphone, tablet o pc.

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo