Le pagelle delle canzoni del Festival sono di solito precedute dall’avvertenza che, avendole ascoltate solo una volta e tutte di seguito, il giudizio è per forza di cose sommario. La cautela vale anche stavolta, ma meno che negli anni passati. All’interno di un livello medio comunque buono, già dal primo ascolto alcuni brani spiccano nettamente, mentre altri deludono.
1 Rolls Royce di Achille Lauro..Sarà la sorpresa di questo Festival. Il rapper vira verso il rock con un testo che inizia all’insegna dell’autoironia («Sdraiato a terra come i Doors, vestito bene in via del Corso») e si chiude con una preghiera: «Dio, ti prego salvaci da questi giorni». VOTO 7
2 Mi sento bene di Arisa. La nostra favorita per la vittoria. Inizia come un musical per poi esplodere in un ritornello dance che ricorda le hit di Raffaella Carrà. Ci ritroveremo a canticchiare: «Mi sveglio presto il lunedì e mi sento bene». Un inno alla leggerezza che di questi tempi è un balsamo. VOTO 7
3 Cosa ti aspetti da me di Loredana Bertè. In questo caso, urgono altri ascolti. Tra gli autori c’è Gaetano Curreri che è sempre una garanzia. Eppure non convince appieno. Però Loredana sul palco è capace di tutto. VOTO 6,5
4 Per un milione dei Boomdabash. Con la complicità della Bertè hanno dominato l’estate scorsa con Non ti dico no. Anche questa ha le carte in regola per trasformarsi in un nuovo tormentone. VOTO 6,5
5 Senza farlo apposta di Shade e Federica Carta. Lui rappa, lei canta il ritornello. Ma la canzone non decolla mai. VOTO 5
6 Abbi cura di me di Simone Cristicchi. Una poetica lettera a chi si vuol bene, chiunque sia: «L’amore ti cambia dentro, basta mettersi al fianco invece di stare al centro». Peccato che la musica sia poco più che un orpello. VOTO 7
7 Parole nuove di Einar. Il testo tradisce il titolo. Da Sanremo Giovani, un pezzo che più vecchio non si può. Come si fa nel 2019 a cantare ancora «io che cerco una risposta, anche quando non c’è»? VOTO 4,5
8 Solo una canzone degli Ex Otago. Qui invece c’è coerenza: è solo una canzone. Semplice, orecchiabile, che scivola via. VOTO 6
9 Rose viola di Ghemon. La canzone più suadente e raffinata del Festival racconta la sofferenza di una donna che ha «dieci fori di proiettile nell’anima». VOTO 7,5
10 Musica che resta del Volo. Stavolta non possono contare sull’effetto sorpresa e nemmeno la firma di Gianna Nannini può salvare questo pezzo dalla banalità assoluta. Eppure... VOTO 5
11 La ragazza con il cuore di latta di Irama. Una sedicenne, dopo essere stata picchiata per anni dal padre, rinasce perché dentro «la sua pancia batte un cuore in più». Testo forte, che però lascia l’impressione di essere stato scritto a tavolino. Comunque piacerà. VOTO 6,5
12 Soldi di Mahmood. Anche l’altro “Giovane” in gara se la prende con il padre che beve champagne durante il Ramadan e da lui vuole sempre e solo soldi. Sonorità moderne e trascinanti. VOTO 7,5
13 Dov’è l’Italia di Motta. Da Baglioni abbiamo appreso che parla anche dei migranti. Non è un capolavoro, ma non passa neppure inosservata. VOTO 6,5
14 I ragazzi stanno bene dei Negrita. Un gradito ritorno per la band toscana con un pezzo dalla parte dei giovani che «non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene». VOTO 6,5
15 Mi farò trovare pronto di Nek. Ci riprova con l’elettropop di Fatti avanti amore. Lui è sempre bravo, ma la canzone convince meno. VOTO 6
16 Nonno Hollywood di Enrico Nigiotti. Il giovane cantautore tocca le corde giuste con questa ballata dedicata al nonno che non c’è più. Gli manca e l’ha lasciato «dentro un mondo a pile. Centri commerciali al posto del cortile». VOTO 6,5
17 Un’altra luce di Nino D'Angelo e Livio Cori. Italiano e napoletano si fondono in un piccolo gioiello venato di malinconia: «Je te veco accussì. Quella faccia pulita si è sporcata coi graffi del tempo che fugge. Che colpisce, ma non ci distrugge». VOTO 7,5
18 Un po’ come la vita di patty Pravo con Briga. L’incontro tra la regina e il giovane cantautore non fa scintille. Peccato. VOTO 6
19 Aspetto che torni di Francesco renga. La canzone è di Bungaro, ma Baglioni ha pensato di affidarla a Renga. Che la canta come sa, ma non riesce a risollevarla. Tutto già sentito. VOTO 5,5
20 Argento vivo di Daniele Silvestri. Senza ritornello, su una cupa base di rock elettronico, Daniele, con il supporto del rapper Rancore, racconta il dramma di un adolescente che passa le giornate al computer, rinchiuso in una prigione creata dalla famiglia e dalla scuola. Una vera bomba. VOTO 9
21 Le nostre anime di notte di Anna Tatangelo. La sua voce cristallina si ascolta sempre con piacere, anche se il pezzo non è eccezionale. VOTO 6,5
22 L’ultimo ostacolo di Paola Turci. Come Nek, tenta di fare il bis con le stesse sonorità di Fatti bella per te, ma la canzone non ha la stessa forza. VOTO 6
23 L’amore è una dittatura dei The Zen Circus.Un testo ricco di immagini suggestive su una musica un po’ ripetitiva. Comunque originali. VOTO 6,5
24 I tuoi particolari di Ultimo. Dal dominatore delle classifiche di quest’anno ci si aspettava di più. Ma la sua romantica ballatona potrebbe comunque condurlo alla vittoria. VOTO 6,5