Niente o quasi impegno sociale, zero spiritualità, qualche ri essione sulle difficoltà della vita e poi l’amore in tutte le sue declinazioni (di coppia, tra un padre e una figlia, tra una figlia e la madre, tra un nonno e il nipote). Se passiamo alla musica, l’impronta del direttore artistico Amadeus è ancora più netta: recupero di sonorità degli anni ’80, il decennio in cui l’ex Dj si è formato, e netta prevalenza di brani ritmati sulle classiche ballate sanremesi. Risultato? Canzoni che, se non passeranno alla storia, passeranno molto, almeno alcune, in radio. E che, grazie al loro ritmo, aiuteranno a restar svegli chi, come abbiamo fatto noi, vorrà sentirsele tutte e 24 di fila.
Ecco le nostre prime impressioni
1. Me ne frego, Achille Lauro
Il rapper torna ammiccando al rock degli anni ’80 tanto nella musica quanto nel testo (l’amore è «panna montata al veleno»: ricordate Gianna Nannini che cantava «quest’amore è un gelato al veleno»?). VOTO 7
2. Andromeda, Elodie
Si sente forte la mano di Mahmood nel ritrarre una donna in cerca di riscatto tra cambi di ritmo e sonorità avvolgenti. VOTO 7
3. Dov’è, Le Vibrazioni
Una ballata rock giocata sull’ossessiva ripetizione del titolo. L’oggetto è la gioia che questi disillusi quarantenni non trovano più. VOTO 6
4. Ringo Starr, Pinguini tattici nucleari
Cercano di bissare il successo dello Stato Sociale con una canzone all’insegna dell’ironia. Non ci hanno persuaso del tutto, ma il ritornello è molto orecchiabile. VOTO 6,5
5. Sole a est, Alberto Urso
Il vincitore di Amici convince con una canzone tradizionale, ma cantata e arrangiata benissimo. Tra tanto ritmo, è giusto che ci sia spazio anche per il belcanto. VOTO 7
6. Baciami adesso, Enrico Nigiotti
La canzone più sanremese di tutte, nel senso peggiore del termine. La banalità trionfa. VOTO 5
7. Tikibombom, Levante
Il testo più bello, dedicato a quanti la società bolla come perdenti e invece sono come «chiese aperte a tarda sera». La particolare vocalità della cantautrice fa il resto. VOTO 7,5
8. Eden, Rancore
Rivelazione dell’anno scorso nel duetto con Daniele Silvestri, il rapper si conferma con un pezzo in cui mescola pianoforte ed elettronica con originalità, prendendosela con Donald Trump: «Tu vuoi nemici sempre, se la strega è in Iraq». VOTO 7,5
9. Rosso di rabbia, Anastasio
Un altro rapper che urla la sua rabbia, tra terrorismo, rivoluzione e panico. Chiude un furioso assolo di chitarra. VOTO 7,5
10. Viceversa, Francesco Gabbani
Il trionfatore di Sanremo 2017 torna mostrando il suo lato più intimista con una elegante canzone d’amore. VOTO 7
11. Il confronto, Marco Masini
Un bilancio della propria vita, con l’invito ad accettarsi, errori compresi («Marito mancato» e poi «padre, ma non è capitato»). VOTO 6,5
12. Carioca, Raphael Gualazzi
Canzone che mantiene le promesse: si balla su ritmi latini, ma da un jazzista con il suo talento era lecito attendersi di più. VOTO 6,5
13. Sincero, Bugo e Morgan
Altri due quarantenni disillusi tra la ribellione giovanile e la realtà ordinaria fatta di palestra, vestiti e tasse da pagare. Stavolta però il pezzo centra il bersaglio, tra ironia e atmosfere anni ’90. VOTO 7
14. Come mia madre, Giordana Angi
L’ennesima canzone sulla mamma a Sanremo? Sì, e senza particolari guizzi. VOTO 6,5
15. Nell’estasi o nel fango, Michele Zarrillo
Il veterano del Festival (13 partecipazioni) stupisce con un brano molto ritmato, ma che non decolla. VOTO 6
16. Lo sappiamo entrambi, Riki
L’idolo delle ragazzine disegna questo quadretto: «Io fisso il vuoto che è a pezzi e tu ti addormenti guardando la Tv». La noia si estende al resto della canzone. VOTO 5
17. Fai rumore, Diodato
Brano in sé non eccezionale, ma nobilitato dalla voce celestiale del cantautore in versione ultraromantica. VOTO 6,5
18. Finalmente io, Irene Grandi
Vasco Rossi e Gaetano Curreri tornano a scrivere per lei. E Irene sfodera la consueta grinta. Ma un pizzico di delusione resta. VOTO 6,5
19. Voglio parlarti adesso, Paolo Jannacci
Anche le canzoni dedicate ai figli (in questo caso la piccola Allegra) sono un classico di Sanremo. Paolo però conquista con una ballata raffinata. VOTO 7
20. Niente (resilienza 74), Rita Pavone
Il numero è quello dei suoi anni, la canzone è un invito a non arrendersi mai, il risultato è un bella lezione a tante “nipotine” che fanno il suo lavoro senza avere un grammo della sua energia. VOTO 6,5
21. Musica (e il resto scompare), Elettra Lamborghini
Se l’obiettivo è creare un tormentone da villaggio estivo, allora ci siamo. VOTO 6,5
22. No grazie, Junior Cally
Se il giudizio si ferma a questa canzone, non può che essere positivo: un’invettiva rap spruzzata di rock contro i populismi, che spazia da Salvini («il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito) a Renzi («chi perde e poi fonda un partito»). VOTO 7
23. Gigante, Piero Pelù
La dichiarazione d’amore di un nonno al nipote è invece una novità al Festival. E fa tenerezza che a farla sia un tipo come Pelù. Il pezzo però non è un granché, nonostante il grande spolvero di tastiere anni ’80. VOTO 6
24. Ho amato tutto, Tosca
Una voce bellissima al servizio di un brano che funzionerebbe più in un musical che all’Ariston. VOTO 6,5
(Articolo e composizione immagini originali pubblicati la prima volta su FC5 del 2020. Credit delle foto: ETTORE FERRARI/ANSA - M AURIZIO D’AVANZO/IPA () - A NGELO CARCONI/ANSA - A NGELO CARCONI/UFFICIO STAMPA - CHIARA MIRELLI/UFFICIO STAMPA - A NGELO TRANI/UFFICIO STAMPA - F LAVIOEFRANK/UFFICIO STAMPA - EMANUELE FERRARI/UFFICIO STAMPA NICOLA ALLEGRI/UFFICIO STAMPA - PAOLO DILETTO/IPA - C HIARA MIRELLI/UFFICIO STAMPA - A NGELO CARCONI/ANSA - MARCO ROSSI/UFFICIO STAMPA)