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sabato 14 settembre 2024
 
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Ciclone Fiorello sul Festival: «Sono la vostra terza dose, il prossimo anno viene Figliuolo»

02/02/2022  Più spigliato rispetto all’anno scorso, quando doveva dialogare con i palloncini in platea, fa ridere e divertire. Prende in giro i No Vax e improvvisa un coro per ringraziare Mattarella. Insomma, menomale che Fiore c’è. La commozione di Amadeus e Gianni Morandi. E per i social, e non solo, Mahmood e Blanco meritano la vittoria. Ascolti boom

È appena iniziato, ma si è già capito tutto. L’Amadeus ter è una replica dell’Amadeus bis con, dettaglio non da poco, il pubblico in sala. Pronti, via e la standing ovation è tutta per l'Ama nazionale, il “rieccolo” dello spettacolo nazionalpopolare italiano. «Sarà che ho quasi 60 anni ma mi commuovo, bentornati», dice il presentatore che emozionato lo è davvero. L’anno scorso l’avevano criticato per le lungaggini, le polemiche sul pubblico, gli ascolti non proprio esaltanti e lui aveva giurato che non sarebbe mai tornato in Riviera. Poi ci ha ripensato e si è immolato di nuovo per il bene dello spettacolo patrio. Con il figlio José - si chiama così in onore di Mourinho, l’allenatore del Triplete dell’Inter – che è andato sotto casa di Fiorello con il cartello “Non abbandonare papà”.

Sulla scalinata si palesa Ornella Muti che però appare troppo ingessata nel ruolo di presentatrice (ma una presentatrice di mestiere, no?). Achille Lauro apre la gara con una canzone che sembra la cover di Rolls-Royce del 2019. Gianni Morandi si emoziona come fosse un debuttante.

Fin qui il solito canovaccio, inossidabile must del Sanremone nazionale: rassicurante, il ritorno del sempre uguale, inevitabile e prevedibile come il traffico da bollino nero a Ferragosto e la ferma condanna del presidente. Che è poi l’ambigua ragione per la quale lo si guarda, quest’anno e sempre.

Poi arriva lui, l’amico di Amadeus. Con il termoscanner e la mascherina da Batman. Sembra molto più spigliato rispetto allo scorso anno quando doveva dialogare con i palloncini in platea. E il pubblico, in carne ed ossa, si scalda davvero. Menomale che Fiorello c’è: fa battute d’attualità (e qualità), prende in giro con un sorriso i complottisti No-Vax («Mi si muove il braccio senza controllo per colpa del grafene. Saranno i poteri forti»), fa ridere e divertire. Improvvisa un coro da stadio per Mattarella. Poi con Ama fa il medley delle canzoni tristi. Ironizza sui Jalisse che «odierebbero» l’amico Amadeus, sempre respinti. Si autoproclama il booster della serata: «Sono la vostra terza dose», proponendo Figliuolo come direttore artistico del prossimo anno: «Per primi cantano gli over 80». E ripropone infine il bacio Del Noce - Fiorello di qualche Sanremo fa ad Amadeus e Stefano Coletta, direttore di Raiuno (con mascherine obbligatorie, naturalmente).

Insomma, a mandare avanti la baracca ci ha pensato ancora lui, il Fiore nazionale, sublime intrattenitore “totale” nella migliore tradizione delle grandi maschere italiane, dalla commedia dell’arte in giù.

In gara, torna dopo 25 anni Massimo Ranieri, il testo è lodevole (e il cardinale Ravasi su Twitter ne cita una frase: «Questo mare / Troppo grande per non tremare»), storia di mare e di migranti, una preghiera laica dolente e bellissima. L’arrangiamento però non convince. E pure la sua splendida voce ogni tanto incappa in qualche stonatura di troppo.

Sui social (e pure la giuria della Sala Stampa che la mette al primo posto nella classifica parziale) non hanno dubbi: Mahmood e Blanco sono la coppia che mette una serie ipoteca sulla vittoria finale: armonizzazioni perfette, e brano che si fa cantare e ascoltare. La Muti rievoca i grandi del cinema, da Tognazzi a Sordi, con cui ha lavorato nella sua lunga e invidiabile carriera ma neanche qui convince. Della serie: l'abbiamo invitata, facciamole fare qualcosa.

La “quota 2021” del Festival prevede i Maneskin che cantano di nuovo Zitti e buoni, la canzone con cui hanno vinto l’anno scorso e poi anche l’Eurovision Song Contest. Tornano pure Colapesce e DiMartino sulla celebre nave-bolla al largo di Sanremo dove duettano con un’altra protagonista del 2021, l’Orietta Berti che, dopo esser transitata, di nuovo, da qui, ha vissuto, nel suo piccolo, un anno da Måneskin, dal terzetto con Fedez e Lauro alle tante apparizioni televisive.

Inizia il momento promozionale, grande classico per allungare il brodo e finire a orari marzulliani, con Claudio Gioé che promuove la fiction Makari in onda la prossima settimana su Raiuno e Raoul Bova che arriva in moto, accolto fuori dall'Ariston da Amadeus, in veste di "successore" di Don Matteo di Terence Hill.

A mezzanotte arrivano i Meduza, e anche le cariatidi in sala cominciano a ballare in un' Ariston che diventa una discoteca improvvisata. «Dopo la guerra c'era una voglia di ballare che faceva luce», scriveva Guccini sul 1945.

Il resto è la solita estenuante ritualità sanremese: lo spot per la Liguria, il bell’applauso all’orchestra, il regolamento, il televoto.

Le canzoni sono quelle che sono, mediamente più bruttine rispetto a quelle dell’anno scorso (ma diciamo sempre così la prima serata e quindi attendiamo fiduciosi la seconda).

Gli ascolti dicono che l'atto primo è andato benissimo: 10 milioni 911 mila spettatori pari al 54,7% di share. Meglio dell'anno scorso. E stasera arriva Checco Zalone.

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