Quanto si è visto in questi in Parlamento è “scandaloso”. Il nuovo
segretario della Conferenza episcopale italiana (Cei), monsignor Nunzio Galantino, ha commentato così al termine del
primo Consiglio permanente in cui ha esordito nel ruolo, la situazione politica e il dibattito in corso alla Camera.
L’aggettivo scandaloso lo ha sillabato: “Sca-nda-lo-so”. Poi ha aggiunto che si
tratta di una situazione “mortificante per l’Italia e tutti noi”. Tuttavia ha
precisato “grazie a Dio c’è dell’altro, anche nello stesso Parlamento”.
Galantino ha presentato ai giornalisti il comunicati finale del Consiglio
permanente.
Riguardo all’elezione del presidente della Cei, sollecitata dal
papa, secondo quanto aveva riferito nei mesi scorsi il Presidente della Cei, il
cardinale Angelo Bagnasco, Galantino ha spiegato che l’intendimento dei vescovi
italiani è che “la nomina del presidente della Cei debba continuare ad essere
riservata al Papa”, ma per garantire un loro maggiore coinvolgimento nel futuro
potrebbero indicare “una rosa di una quindicina di nomi”. Galantino ha
precisato tuttavia che è solo una delle ipotesi in campo e la questione verrà
affrontata di nuovo nel prossimo Consiglio permanente, in primavera.
Sulla
revisione e riduzione delle diocesi, argomento anche questo sollecitato l’anno
scorso da Papa Francesco, il Consiglio permanente non si è pronunciato: “Non
abbiamo affrontato la questione”, ha detto Galantino. Il segretario generale
della Cei è tornato sulla manifestazione per la scuola il prossimo 10 maggio in
piazza San Pietro dopo che il cardinale Bagnasco nella prolusione aveva parlato
di “grave discriminazione” della scuola cattolica: “Non è intenzione della Cei
portare in piazza San Pietro la gente per dire che abbiamo bisogno di soldi”.
Il Consiglio permanente ha anche approvato le Linee-guida contro gli abusi
sessuali da parte del clero, dopo alcuni aggiustamenti. Il testo verrà diffuso
nelle prossime settimane. Galantino ha ribadito che il vescovo non è tenuto
alla denuncia presso l’autorità giudiziaria, poiché “non è pubblico ufficiale”
e né Cei, che può offrire il necessario supporto giuridico e comunicativo, ha
titolo per intervenire”: “Il vescovo è “padre della vittima e di chi ha
commesso il reato” e “deve impegnarsi a far emergere la verità nel suo ambito,
che non è l’ambito giudiziario”.
In vista del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla
Famiglia il segretario della Cei ha annunciato che finora sono arrivare 170
risposte al questionario inviato dalla Segreteria del Sinodo, da altrettante
diocesi. Secondo una prima analisi delle risposte fatta dalla Cei e riportata
nel comunicato finale del Consiglio permanente, si chiede al Sinodo di
“sollecitare un rinnovato annuncio del Vangelo del matrimonio e della
famiglia, a fronte di problematiche che in maniera sempre più invasiva tendono
a scardinare dal punto di vista antropologico i fondamenti della famiglia”.