Le gambe l’hanno tradita. E lei ha deciso di farle diventare protagoniste di un libro, ricostruendo tutta la sua vita proprio a partire da quei pilastri sempre un po’ bistrattati che poi hanno cominciato a cedere sotto i colpi della sclerosi multipla. Noria Nalli, torinese, di professione giornalista, ha avuto la diagnosi a 29 anni, quando aveva già una bambina. Dapprima un formicolio alla mano, poi i lunghi accertamenti e infine il verdetto. «Ero così preoccupata di avere una di quelle malattie che non perdonano che accolsi la notizia quasi con sollievo», ricorda. «Mi tornarono però in mente le pubblicità dell’Aism, l’Associazione italiana della sclerosi multipla, che vedevo quando ero bambina e che recitavano “la sclerosi non uccide ma blocca la vita”. Mi avevano così colpito che una delle mie paure più grandi era proprio ammalarmi di questa malattia. Ma una volta avuta la diagnosi più della paura ha vinto la voglia di lottare e di andare avanti».
Invece di bloccarsi, la sua esistenza ha subito tanti cambiamenti. Inizialmente non aveva particolari sintomi, così è arrivata la seconda figlia, poi l’impegno politico in circoscrizione. Anche quando ha dovuto fare i conti con lunghi ricoveri ospedalieri, la sedia a rotelle, le stampelle e il deambulatore per potersi muovere, la vita le ha regalato tanti altri doni: il disegno e il canto coltivati attraverso corsi, l’agopuntura e l’euritmia. «E proprio grazie alla mia esperienza di malata e alla mia particolare sensibilità ho cominciato a collaborare con La Stampa, dove ho tenuto un blog sui personaggi che ho incontrato durante i miei ricoveri. Curo anche una rubrica sul mensile Vita, dal titolo Sclerotica. Ho scoperto di essere più efficace da malata; la mia condizione mi ha dato una maggiore profondità, per me è un’opportunità di crescere».
E ha cominciato a scrivere libri. Dopo Le stampelle di Cenerentola (come l’omonimo blog che tiene su lastampa.it) in cui racconta la sua esperienza con il deambulatore in giro per la città, è arrivato Avventure semiserie delle mie gambe (Golem Edizioni). «In questi testi uso l’ironia, un atteggiamento che mi ha molto aiutato in questi anni. Per esempio anche quando mi capita di non riuscire ad alzarmi dalla sedia cerco di trovare in questa situazione il lato comico».
La sclerosi multipla, che in Italia colpisce 110 mila persone, è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale: colpisce gli arti, la vista, l’udito e presenta fasi acute e alcune di parziale remissione dei sintomi. Di sclerosi multipla non si guarisce, ma chi ne è colpito ha la stessa aspettativa di vita delle persone sane. «Tutto sta a saperci convivere», conclude Noria Nalli, «a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, a imparare a vedere anche nella carrozzina uno strumento di libertà. In fondo è grazie a lei se io posso arrivare ovunque, anche quando le mie gambe non ce la fanno».