La settimana sociale dei cattolici italiani interpella il Governo. E Palazzo Chigi risponde. Oggi è il giorno del sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, in attesa dell'arrivo del ministro del lavoro Poletti e del premier Paolo Gentiloni, atteso domani. "L'appuntamento di Cagliari è apprezzabile sia per il tema che per il metodo" , esordisce Bobba. "Anziché calare idee dall'alto si è voluto ascoltare la gente e setacciare il territorio palmo a palmo, forzando la lamentazione rassegnata che caratterizza la narrazione di questi ultimi anni". "Nel merito possiamo dire che gli ultimi governi hanno invertito la tendenza riformando profondamente il mondo dell'economia, dell'impresa e del lavoro", prosegue Bobba. "Cio' ha fruttato circa un milione di nuove posizioni lavorative riportando i tassi di occupazione a quelli che c'erano nel 2008, prima dell'inizio della grande crisi".
"Rimangono indubbiamente problemi di quantità e di qualità ammette il sottosegretario al Lavoro. "Con la legge di bilancio che entra nel vivo della discussione proprio in queste ore noi come Governo insistiamo sulla decontribuzione per permettere l'assunzione a tempo indeterminato, e solo a tempo indeterminato, di giovani al di sotto dei 32 anni con tagli del 50% degli oneri a carico delle aziende che diventa un taglio radicale, il 100%, per i ragazzi del Mezzogiorno d'Italia. Sappiamo che se è vero che la disoccupazione giovanile è scesa è comunque rimasta a livelli elevati. Siamo passati dal 42.7 per cento al 35.2: per noi è ancora un problema strutturale che va aggredito".
"Un altro strumento che abbiamo messo in campo" puntualizza Luigi Bobba, "è lo sviluppo del sistema duale , formazione-lavoro. Abbiamo sperimentato questo percorso nel 2015 e nel 2016. Sono stati coinvolti 23 mila giovani. Sono stati attivati più di 12 mila contratti di apprendistato formativo. Ora vogliamo rendere quest'attenzione costante sull'esempio della Germania. Significa creare in maniera strutturale e organizzato un percorso che consenta di lavorare e di apprendere in un arco definito di tempo. Questo anche e soprattutto per rispondere a un fenomeno di cui si parla poco, ma che viene monitorato da indagini che come Ministero del Lavoro e Unioncamere facciamo ogni anno. Il 20% dei posti di lavoro messi sul mercato rimane libero. Spesso si tratta di mansioni interessanti E comunque tutte retribuite e tutelate secondo le norme vigenti si tratta. Vogliamo formare persone in grado di andare a occupare quei posti altrimenti persi".