«Mentre guidavo verso Mineo, temendo per quel che avrei trovato, pensavo a quanto bella fosse diventata la nostra base scout. Dopo poche settimane ci sarebbe stata l’inaugurazione, i ragazzi erano felici e gli inviti per il vescovo e il sindaco erano già pronti. Non se ne è fatto più nulla». Nino Tringale è stato il primo, assieme al figlio Alessandro, anche lui capo scout, e ad Angelo, un genitore che tanto si era speso per i lavori di sistemazione, a vedere la casa cantoniera data alle fiamme. «Quando siamo arrivati le pareti erano tutte nere, faceva caldo e l’odore di fumo impregnava l’aria. Ero desolato, triste, mi è salita una grande rabbia. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco e siamo subito andati a sporgere denuncia», dice il capo scout, 61 anni, di cui più di 20 passati con il fazzolettone dell’Agesci al collo.
Nino è un uomo allegro – «gli scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà», recita, fiero, uno degli articoli della Legge scout – ma si vede che la devastazione della casa cantoniera l’ha messo a dura prova. Da un anno e mezzo l’intero gruppo Agesci Catania 5, nove educatori e cento ragazzi, lavorava per sistemare la struttura affidata loro dal Comune in comodato d’uso gratuito. Situata lungo la strada provinciale 181, la casa cantoniera versava in stato di abbandono da una decina di anni. Il degrado, dentro e attorno alla struttura, era totale.
Un luogo curato e mirato
«Per raccogliere i fondi necessari ai lavori bambini e ragazzi si erano dati da fare con lavoretti e vendita di dolci. I più grandi avevano dissodato il terreno e dipinto le pareti. Avremmo voluto tenere qui i nostri campi e offrire ospitalità ai giovani che arrivano da tutta Italia, era quasi tutto pronto», spiega Margherita Gallo, 63 anni, referente del gruppo assieme a Tringale.
Nel giro di una notte, presumibilmente quella dello scorso 7 novembre, ignoti hanno devastato tutto quel che c’era, compresi i sanitari. Le fiamme hanno divorato tavoli, sedie, attrezzi di lavoro e quant’altro gli scout avevano già portato per le loro attività. Il calore ha letteralmente fatto a pezzi pareti e piastrelle. «A bruciare non è stata solo una casa, ma i sogni dei ragazzi. Quando glielo abbiamo detto, i più piccoli si sono messi a piangere», commenta ancora Margherita.
Lei e Nino hanno le spalle larghe e una vocazione educativa che non conosce la fatica dell’età. Entrambi lavoratori (Margherita è appena andata in pensione dopo aver lavorato all’Agenzia delle entrate di Catania, Nino è ancora impegnato con l’Azienda metropolitana trasporti della stessa città), da tanti anni dedicano il loro tempo libero all’educazione: «Finite le scuole superiori tanti nostri ragazzi emigrano al Nord per studiare o lavorare, quindi lasciano il gruppo scout: per questo fra noi capi ci sono parecchi adulti».
Eppure, davanti a questo disastro, per un attimo le loro convinzioni hanno vacillato. «Non volevamo saperne più niente», ammette Nino. «Il cuore si stringeva», ricorda anche Alessandro, che di anni ne ha 30. Proprio lui avrebbe dovuto passare le ferie di Natale alla casa cantoniera, assieme ai “suoi” giovani, ragazzi dai 12 ai 16 anni. «L’idea era piantare le tende lì, dove avevamo ripulito il terreno. Ma dopo l’incendio abbiamo dovuto cambiare programma».
Le indagini sono in corso
Oggi la struttura è circondata dal nastro bianco e rosso e i danni ammontano a circa 20 mila euro. Vandalismo, minacce mafiose? A oggi non si sa chi e perché abbia sabotato la base scout: le indagini sono ancora in corso, ma autorità e forze dell’ordine guardano all’episodio con grande attenzione. Anche perché la casa cantoniera di Mineo non è l’unica sede scout in Sicilia a essere stata presa di mira negli ultimi mesi. Da Marsala a Belpasso, passando per Ramacca e Palermo, ignoti hanno devastato diversi luoghi utilizzati dagli scout per aiutare i ragazzi a crescere come cittadini e cristiani.
Testimoni del bene
«A Catania siamo ospitati nella parrocchia dell’Immacolata Concezione ai Minoritelli ad Antico Corso, un quartiere famoso, oltre che per la posizione centrale, per essere considerato a rischio», spiega Nino. «Anni fa la zona era parecchio isolata e disagiata, oggi la situazione è migliorata ma il nostro intento rimane sempre lo stesso: dare una possibilità di formazione e crescita a tutti i ragazzi, soprattutto a quelli che non avrebbero altri maestri che la strada».
«Noi educhiamo i giovani a essere cittadini responsabili e a scegliere», aggiunge Margherita. «Insegniamo l’importanza e la cura del bene comune e seguiamo personalmente l’iniziazione cristiana dei ragazzi. Come si dice fra scout, facciamo tutto con il gioco ma niente per gioco».
A infondere nei capi scout la forza di ricominciare è stato il desiderio di dare il buon esempio ai più piccoli, testimoniando – ancora una volta – che una vita ricca di amicizia, impegno e onestà è una vita felice. Un ruolo importante, poi, l’ha avuto anche la fede: «Abbiamo chiesto a Dio di sostenerci e di donarci la forza di andare avanti. Poco dopo è iniziato l’Avvento e Natale ci ha portato la pace del cuore. È andata in fumo la casa, ma non la nostra voglia di continuare», dicono gli educatori Agesci.
Non si sono mai sentiti soli
La vicinanza di tanti, dal sindaco di Mineo ai rappresentanti della Chiesa locale, ha fatto il resto. L’Agesci nazionale ha attivato la raccolta di fondi #piùbellediprima e diversi gruppi scout, anche del nord Italia, si sono proposti di andare a dare una mano concreta per i lavori di ristrutturazione. Visti i danni, alla base di Mineo servirà l’intervento di operai professionisti, ma ogni segnale di vicinanza – sottolineano gli scout catanesi – è prezioso. Come hanno fatto i “fratelli” delle pendici dell’Etna, che già nei giorni scorsi si sono ritrovati per costruire e decorare panche, bacheche e appendini da regalare al “Catania 5” e agli altri gruppi che sono stati vittime di atti vandalici. Un piccolo–grande aiuto per rendere le loro sedi «più belle di prima».
Per contribuire ai lavori:
Per sostenere la ristrutturazione della casa cantoniera di Mineo e delle altre sedi scout vandalizzate, si può contribuire con un’offerta sul conto corrente di Banca etica intestato ad Agesci (Iban: IT75F050180320000 0015112105, causale: fondo #piubellediprima).