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venerdì 13 settembre 2024
 
ARTE E VITA
 

Sogna ragazzo sogna, iniziata da Vecchioni finita da Alfa, non solo una canzonetta

06/03/2024  Il 6 marzo la versione Vecchioni-Alfa del brano scritto dal cantautore milanese nel 2000 e presentata a Sanremo nella serata dei duetti diventa un singolo, sarebbe bello che diventasse anche un simbolo del passaggio tra generazioni di cui il mondo ha bisogno per coniugarsi al futuro

Ognuno ha i suoi gusti, quelli musicali sono spesso generazionali: la musica dei padri, almeno fin tanto che non assurge al valore di un classico, in genere non è quella dei figli e viceversa. Il concetto dei duetti tra “vecchi” e “giovani” a Sanremo, in qualche modo, strizzava l’occhio a questa consapevolezza, un’idea magari utile a “vincere facile” accontentando tutti. Scommessa vinta perché è stata una delle serate più apprezzate dal pubblico e dalla critica.

Tra quei duetti, pur senza vincere la gara, uno ha fatto breccia trasversalmente nelle emozioni più di altri e non è stato solo per gli occhi lucidi del “maestro” Roberto Vecchioni nel passare il testimone al giovane Alfa e nemmeno soltanto a causa un testo che sembrava fatto apposta per rappresentare il concetto di quella serata. Sogna, ragazzo, sogna è una canzone che risale al 2000, anno di nascita di Alfa, di cui Roberto Vecchioni ha ricostruito la storia in una testimonianza riportata dal sito specializzato in istruzione La tecnica della scuola: «Sogna ragazzo sogna è stata scritta la notte prima di andare in pensione. L’ultimo giorno di scuola della terza liceo classico. Sapevo che lasciavo i ragazzi per sempre, per me era una ferita. Non esiste l’università rispetto al liceo. Il liceo è umanità e i ragazzi sono uno diverso dall’altro, bisogna capirli uno diversamente dall’altro. Non si possono regimentare con ‘la legge è uguale per tutti’. Quella notte mi è venuto questo raptus di scrivere la canzone e il giorno dopo ho detto ‘per la prima volta in vita mia vengo con la chitarra a scuola’. Ho cantato questa canzone e i ragazzi si son commossi. Quel giorno lì è stato un giorno bellissimo della mia vita. L’unica cosa che mi è dispiaciuta quasi subito è stata che essendo io un uomo, mi è venuta una canzone maschile e invece doveva comprendere anche le ragazze. Anche se poi ho fatto 15 anni di università, non c’è stata più una giornata pari a quella. Il liceo è una cosa coinvolgente, bellissima. È un’avventura continua».

Il duetto di Sanremo, dove il prof-cantautore ottantenne ha passato il testimone al ragazzo allievo Alfa, 23enne, protagonista della musica di un tempo (diverso dal suo: altri codici, altri ritmi, altre parole), è stato la prosecuzione di quel rapporto con i giovani coltivato per una vita, da padre di quattro figli, musicista, insegnante, con altri mezzi. Non una cover come le altre ma una cosa plastica, in cui il testo della canzone si è mescolato con il teatro e con la vita, non fermandosi all’ultimo verso del brano ma mettendolo in pratica oltre le attese: «Sogna, ragazzo, sogna/ Ti ho lasciato un foglio/ Sulla scrivania /Manca solo un verso /A quella poesia /Puoi finirla tu». E così è andata: Alfa, il ragazzo, ha preso “penna” o qualunue diavoleria digitale adoperi al suo posto per scrivere e ha finito la canzone con il suo modo, con il suo stile, con la sua musica di un tempo diverso da quello che l’ha originata, coniugandola, stilisticamente e musicalmente, ma anche idealmente e metaforicamente, al futuro. Da oggi Sogna ragazzo sogna, iniziata da Roberto Vecchioni e finita da Alfa diventa un singolo e avrà una nuova vita, capace di unire pubblici di generazioni diverse. Sarebbe bello che quella canzone fatta così, in cui chi è venuto prima non si limita a dare il suo testo a chi arriva dopo, per cantarlo così com'era, ma gliene lascia il passato perché ne scriva il futuro a modo suo, e in cui chi è arrivato dopo non rompe semplicemente con il passato, ma costruisce il futuro in modo diverso senza rinnegare il buono del lavoro di chi è venuto prima, fosse uno spunto per la vita. Un ponte tra vecchi e giovani, che troppo manca alla nostra quotidianità.

Sarebbe importante che non fossero solo canzonette, che il successo che certo ne nascerà servisse a ricordare a questo mondo, non solo Paese, troppo per vecchi che quel testimone va passato prima che sia troppo tardi.

Il video del momento sanremese da Raiplay

 
 
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