Susanna Rufi. Foto Ansa.
Al Sinodo dei giovani, tra la sparuta pattuglia di 35 ragazzi e ragazze presenti ai lavori, non poteva esserci. L'assemblea dei vescovi, infatti, s'è svolta due anni abbondanti dopo la sua morte, e alla sua scomparsa il tema del Sinodo non era stato ancora neppure ufficialmente annunciato. Ma per molti, specialmente per chi le voleva bene e ne apprezzava i talenti umani e spirituali, la diciannovenne romana della parrocchia di San Policarpo morta improvvisamente per una meningite fulminante durante il ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia (Polonia) nell'agosto 2016 era comunque una delegata. A Susanna Rufi papa Francesco, appena rientrato a Roma, riservò parole commoventi: “Un ricordo pieno di affetto va a Susanna, la ragazza romana di questa diocesi che è deceduta, subito dopo aver partecipato alla Gmg», mentre sui trovava «a Vienna. Il Signore, che certamente l'ha accolta in Cielo, conforti i suoi familiari ed i suoi amici”.
Non appaia dunque fuori luogo dire che ai lavori sinodali ha preso parte a modo suo anche "la delegata che non c'è", reduce dalla Gmg, il grande evento a cui Susanna partecipò dal 25 al 31 luglio di due anni fa insieme ad oltre un milione e mezzo di coetanei arrivati dai 5 continenti per ascoltare papa Bergoglio che, tra l'altro, chiese loro di “cambiare il mondo”, di “farsi lievito della società” e di “non cadere nei tranelli delle facili promesse”. E alla Chiesa di “ascoltare con più attenzione le esortazioni, le attese e le speranze giovanili”.
Parole forti che Susanna fece subito sue. Non ce l'ha fatta ad elaborarle in riflessioni e proposte . Un male fulminante senza darle il tempo di salutare la strappò agli affetti di mamma Leila Guerriero, di papà Enrico e della sorella Margherita, nel viaggio di ritorno da Cracovia, dove era stata insieme alla sorella e agli amici della parrocchia. Susanna capì al volo che la Gmg avrebbe anticipato un appuntamento della Chiesa universale grazie alla forza trascinante di Francesco che alla fine della Gmg confidò di essere rimasto “felicemente colpito” dalle risposte ricevute, ricordando in particolare che quando “vi ho chiesto più volte se le cose si possono cambiare e voi avete gridato insieme un fragoroso sì!...”. “Ebbene, cari giovani, andate in nome del Signore e cambiate il mondo!..senza timori, liberi...senza farvi condizionare da nessuno....”.
Esortazioni che Susanna decise di metter in pratica nella quotidianità. Nel viaggio di ritorno a Roma non diede peso ad una forma febbrile che diventò via via più acuta per la quale, accompagnata dal parroco, dalla sorella Margherita e da un gruppo di amici, venne ricoverata in un ospedale di Vienna dove i medici diagnosticarono che è stata colpita da una rarissima forma di meningite acuta.
L'alleluja di Susanna
Susanna purtroppo se ne andò senza riprendere più conoscenza il primo agosto 2016, portandosi con sé tutto il suo entusiasmo per la vita. Ma con lei si spense anche il sogno di poter dare iun possibile contributo al Sinodo dei giovani, ricorda Enrico Rufi, il papà, nel libro che le ha dedicato, L'alleluja di Susanna, edito dalla San Paolo, con la presentazione del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana che ricorda, tra l'altro, come il Papa abbia chiesto “alla Chiesa di ascoltare i giovani del Sinodo” e nel contempo augura “a chiunque legga queste pagine, destinate a tutti, di essere ispirato dalla stessa 'nostalgia', dai motivi che hanno spinto Susanna, e anche la sua famiglia, a cercare Dio in tutte le strade del mondo e a trovarne i segni in ogni vicenda nella propria creaturalità”.
Pagine, pensieri, parole, attese con cui Susanna risponde all'invito che il Papa rivolge ai giovani in vista del Sinodo, spiega Enrico Rufi, giornalista e storica voce di Radio Radicale, di formazione cattolica cresciuto nello scoutismo giovanile e sull'esempio della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani, ma anche seguace di Marco Pannella, obiettore di coscienza, dottorato in Letteratura francese alla Sorbona di Parigi. Susanna “è sepolta nel cimitero di Lanuvio insieme al nonno, in collina – si legge nel libro - riposa in tenuta da pellegrina: la maglietta della Gmg e i pantaloncini macchiati del verde dell'erba di Cracovia. In ospedale a Vienna le avevano tolto, tagliandolo, il braccialetto giallo che portava al polso destro. E ora lo tiene tra le mani. C'è scritto con carattere in maiuscolo JESUS, I TRUST YOU, Gesù confido in te...”. Poche semplici parole con cui papà Enrico delinea il carattere e la formazione cultural-religiosa della figlia, che certamente avrebbe apprezzato papa Francesco quando – dopo la Gmg 2016 – annuncia il Sinodo dei giovani, esortando il mondo ad usare i ragazzi e le ragazze come “un'arma” per scuotere le coscienze, risvegliare dal torpore le ricche società dell'Occidente, porre al centro dell'attenzione generale “poveri, ultimi, malati, scartati...” e quanti fuggono da guerre, oppressioni, fame.
Assise – come poi si vedrà - destinate a far discutere, a porre nuove domande sul futuro della Chiesa e della società, grazie agli interrogativi del mondo giovanile. Fin dal titolo: "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale", che “costringera' vescovi e delegati episcopali – auspica Francesco – ad ascoltare le istanze giovanili al di là di nazionalità, politica, religione. Auspici ed esortazioni di un giovanissimo popolo in cammino al seguito di papa Bergoglio, sul quale non è mancato lo sguardo di una “delegata” speciale, la giovane romana della Gmg di Cracovia del 2016 assente per motivi di forza maggiore al Sinodo dei giovani del 2018, diventandone però ideale simbolo ed icona in pectore anche per quanti non l'hanno conosciuta. Ciao Susanna.
(foto in alto: giovani al Campus Misericordiae in attesa del Papa durante la Gmg di Cracovia. Reuters)