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mercoledì 18 settembre 2024
 
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Teatro, Lucilla Giagnoni: quando va in scena il lavoro

27/10/2017  Un'apprezzata rappresentazione al termine della prima giornata della 48a delle Settimane sociali dei cattolici italiani.

 

 

 

Alla fine la prima giornata di lavoro è stata chiusa dalla narrazione, dalla parola che evoca e provoca. Il viaggio che ha portato Lucilla Giagnoni a recitare il suo monologo sulla Pacem in Terris dinanzi alla platea dei delegati alla settimana sociale è iniziato quel terribile 11 settembre del 2001: “Ero con mia figlia, che allora aveva 4 anni. Vedendo quelle immagini ho pensato che non potevo accettare l’inferno”. Le parole per uscire dalla paura e per trovare un senso Lucilla, 53 anni, attrice e scrittrice, le trove prima nella Divina Commedia, poi nella Bibbia. “Vengo da un ambiente ateo, comunista, mai avrei pensato di sentire la necessità di andare così in profondità da dover studiare l’ebraico per cogliere in pienezza la potenza della narrazione biblica”. Scrive la trilogia della spiritualità (Vergine Madre, Bing Bang, Apocalisse) e un percorso di meditazioni che passa dai temi delle misericordia alla Pacem in terris. “Sono una narratrice, racconto quello che vedo. Volevo che il mio intervento qui a Cagliari fosse una provocazione. Per dire che la realtà si cambia con la responsabilità individuale, non con le parole. Il lavoro è il vero campo in cui oggi si fa la ‘guerra’. E’ guerra quando crei povertà, quando togli ai contadini il diritto di scegliere i propri semi”, spiega rileggendo i temi al centro del suo monologo. L’incontro “con il mondo cattolico progressista” per Lucilla è stato una rivelazione. “Ormai da anni nel sociale molte esperienze ecclesiali sono spazi di innovazione e di concretezza, molto più che a sinistra”.

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