Arriva nelle sale italiane in occasione del 25 aprile Festa della Liberazione, Terra bruciata!, il film documentario di Luca Gianfrancesco che propone una pagina inedita del racconto resistenziale e dell’invasione nazista nel Paese: il dramma delle violenze naziste perpetrate all’indomani dell’8 settembre ai danni dei lavoratori della Campania settentrionale e degli episodi di resistenza e ribellione all’esercito tedesco da parte delle popolazioni locali, i primissimi in tutta Italia dopo l'armistizio. Il film è distribuito da Istituto Luce Cinecittà, che fornisce anche materiali dal suo grande archivio storico, e che porterà il film nelle città italiane a partire da Roma, il 19 aprile, in un lungo tour di proiezioni evento e teniture – anche con il supporto dell’ANPI e di Emergency - che nella settimana della Liberazione Napoli, Caserta, la Campania, per poi arrivare a Milano, Torino, Bologna, Firenze e diversi altri centri.
Il film si presenta con immagini di repertorio e d’epoca suggestive e preziose, che descrivono il dramma dell’avanzamento del fronte, la devastazione di tutto un territorio, lo stato fisico ed emotivo della popolazione. Un elemento di risalto è senz’altro l’intreccio di queste immagini con sequenze di ricostruzione in chiave fiction affidate a interpreti familiari al pubblico tv e di cinema, come Luciana De Falco, Antonio Pennarella, Paola Lavini, Mino Sferra. Più commosse di tutto, le testimonianze di chi c’era, a cominciare da quella di Graziella di Gasparro, la bambina del racconto fiction, personaggio chiave del film, oggi una donna che ha lottato per decenni perché la strage di Conca della Campania del 1 Novembre ’43 potesse essere narrata e riconosciuta come gli altri eccidi avvenuti nel nostro paese. Oppure la testimonianza di Ziva Modiano, memore della solidarietà del piccolo centro di Tora, dove l’eroico silenzio della cittadinanza coprì la presenza di 53 concittadini ebrei.
Immagini di memoria, racconto originale, interviste a esperti e testimonianze dei protagonisti, per narrare come l’autunno nella Campania del ’43 fu la prima apparizione della violenza sistematica dei nazisti in Italia, un laboratorio dove si esperirono dinamiche che sarebbero esplose a Nord; e fu il tempo e il luogo dove episodi come la solidarietà per gli ebrei di Tora, la rivolta di Riardo, e le Quattro Giornate di Napoli, rappresentarono un esempio, una scintilla di rivolta e difesa dall’occupante. I segnali, anche nel meridione, di quella risalita che avrebbe portato alla nascita dell’Italia democratica. Una memoria necessaria quindi, che arricchisce una storia cardine della nostra identità, e si estende anche a quel Sud troppe volte non compreso nelle dinamiche unitarie del nostro Paese.
IL FILM
La mattina del 1° novembre 1943, a Conca della Campania, un minuscolo borgo della provincia di Caserta, 19 civili vengono trucidati da una pattuglia di militari tedeschi. Graziella Di Gasparro, figlia di uno dei caduti, lotta da anni per tener viva la memoria di quell’eccidio dimenticato. L’assassinio del padre di Graziella fu il terribile epilogo della brutale occupazione del territorio che l’esercito tedesco mise in essere in tutta la Campania centrosettentrionale, a partire dall’8 settembre, data dell’armistizio. Il
casertano - primo territorio italiano ad essere dichiarato “Zona di Operazioni” - dovette
sperimentare la devastante onda d’urto delle leggi di guerra germaniche che si
accanirono contro la popolazione civile. L’esautorazione delle istituzioni, le razzie
dei beni di consumo, il rastrellamento e la deportazione degli uomini abili verso i
campi di lavoro in Germania - furono circa 21.000 - la devastazione degli impianti
produttivi e delle abitazioni civili sono le condizioni nelle quali maturarono le ragioni che diedero vita alle prime azioni di resistenza organizzate dai civili in Italia. Dopo le Quattro Giornate di Napoli, a Riardo, un piccolo centro a pochi chilometri da Capua, una banda Partigiana riesce a scacciare con le armi i tedeschi dalla cittadina. Mentre le istituzioni e gli abitanti di Tora e Piccilli, con il silenzio, salvano una cinquantina di ebrei.