Gli studenti del'Istituto comprensivo di Treia con lo chef Borghese nello showroom di Lube a Treia
Dopo la generosa fase dei soccorsi e la felice gestione dell’emergenza, il rischio è di impantanarsi come sempre nel medio periodo. Un medio che può essere molto lungo, seguendo il mantra del ricostruire «com’era dov’era». Possibile? Forse. Nelle Marche, tra il 24 agosto 2016 e il 18 gennaio 2017, il terremoto ha colpito duro. Alcuni paesi come Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, per restare in provincia di Macerata, sono stati quasi rasi al suolo. Altri centri, per fortuna, hanno subito molti meno danni. Ma ugualmente pesanti e in grado di minare molte certezze. È il caso di Treia, in provincia di Macerata, uno dei borghi più belli d’Italia, incastonato nel paesaggio mozzafiato delle colline marchigiane. Qui dopo il sisma ci sono circa 300 famiglie sfollate.
La scuola media "Egisto Paladini", che si trova in un edificio antico del centro storico accanto al comune, dopo ave subito numerose lesioni è stata dichiarata inagibile l’11 settembre 2016. Da quel momento, racconta il vicepreside Federico Teloni, «è iniziato un lungo calvario. Il primo anno i ragazzi hanno dovuto traslocare nell’oratorio parrocchiale con due classi costrette a fare lezione nei container. Il 12 maggio 2017 le lezioni sono state nell’ex monastero di clausura del paese». Una nuova scuola? «Ad oggi», spiega, «non c’è nessun progetto di ricostruzione, il comune è commissariato, fare lezione in un monastero è complicato, siamo in una situazione davvero precaria». La scuola conta 150 alunni che salgono a 830 se si tiene conto dell’istituto comprensivo. Peraltro, è di Treia il professore Piero Farabollini, il nuovo commissario straordinario di governo per la ricostruzione che a ottobre ha sostituito Paola De Micheli (che a sua volta era arrivata al posto di Vasco Errani).
Da qualche parte, sembra suggerire Teloni, si deve pur ricominciare. A dare una mano ci hanno pensato Beko, azienda di elettrodomestici del gruppo Arçelik che in Italia ha come testimonial lo chef Alessandro Borghese, e il Gruppo Lube, azienda leader del settore cucina e complementi d’arredo che ha lo stabilimento proprio a Treia. Insieme hanno donato circa trentamila euro per ricostruire il nuovo laboratorio di tecnologia robotica della scuola. «Per noi è uno strumento molto importante», spiega Teloni, professore di matematica, «abbiamo aderito al progetto nazionale del Miur Coding che insegna ai ragazzi il linguaggio della programmazione informatica. Un laboratorio di questo genere ci serve come il pane».
Il general manager di Beko: «Un contributo significativo per aiutare i ragazzi»
La donazione è avvenuta il 14 marzo a Treia, nello showroom di Lube, con una lezione speciale ai fornelli guidata dallo chef Borghese per gli studenti della scuola Paladini. C’erano anche un gruppo di giocatori del Volley Lube: Bruno Rezende, Osmany Juantorena, Tsevatan Sokolov e Robertlandy Simon.
«È un contributo piccolo forse ma significativo per contribuire in modo concreto alla ripartenza di questo territorio e avviare la ricostruzione», afferma il general manager di Beko Italia, Francesco Misurelli, «sappiamo che la burocrazia in Italia è un ostacolo durissimo. L’obiettivo è cercare di dare una mano ai ragazzi che vogliono continuare a stare qui e a studiare». Lo spopolamento, per molti centri montani, è già un fatto compiuto. «La collaborazione con Beko», spiega l’amministratore delegato del Gruppo Lube, Fabio Giulianelli, «per noi è un’occasione straordinaria per dare un sostegno al nostro territorio».
La lezione dietro ai fornelli di Borghese ha entusiasmato i ragazzi: «Abbiamo unito cucina e divertimento», dice lo chef, «la rinascita di questi posti bellissimi è possibile sono se ciascuno di noi fa la propria parte. Per questo ho partecipato con entusiasmo a questa iniziativa di solidarietà con Beko e il Gruppo Lube».