«Continuiamo a stare vicini, con la preghiera e con il sostegno concreto, alle popolazioni terremotate in Siria e Turchia». Lo ha detto papa Francesco dopo la preghiera dell'Angelus, domenica 12 febbraio. «Stavo vedendo nel programma “A Sua Immagine”, le immagini di questa catastrofe, il dolore di questi popoli che soffrono per il terremoto. Preghiamo per loro, non dimentichiamolo, preghiamo e pensiamo cosa possiamo fare per loro».
Stando agli ultimi bolletini diramati la mattina di lunedì 13 febbraio, a sette giorni esatti dal sisma, le vittime del terremoto in Siria e Turchia sono 40.943: 31.643., i morti in Turchia, mentre in Siria risultano essere quasi 9.300. Il capo degli aiuti internazionali delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha definito il devastante terremoto che ha colpito la Turchia sudorientale e la Siria nordoccidentale come "il peggior disastro degli ultimi 100 anni nella regione". Lo riferisce la tv turca.
Il bilancio dei morti per il terremoto in Turchia e Siria potrebbe "raddoppiare". A sostenerlo è il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths, in un'intervista a Sky News. "Ci sono molti tipi di voci là fuori su come potrebbe finire" e "penso che sia davvero difficile da stimare in modo molto preciso perché dobbiamo ancora scavare sotto le macerie, ma io sono sicuro che (il bilancio dei morti) raddoppierà o più", ha dichiarato il coordinatore dei soccorsi di emergenza Onu, che si trova nella provincia turca di Kahramanmaras. "Questo è terrificante".
Il problema adesso è rappresentato dagli sfollati. Oggi, rende noto il sito Vatican News, è previsto l'arrivo a Damasco dei primi aiuti dell'Unione europea che giungeranno dall'Italia e che veranno smistati nelle zone più colpite della Siria dove, secondo l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, oltre 5 milioni di persone potrebbero essere rimaste senza tetto (102 mila gli sfollati in Turchia ).