Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 11 febbraio 2025
 
le reazioni
 

Ucraina, i vescovi del Mediterraneo: «Si fermi la follia della guerra»

24/02/2022  «Facciamo appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi», scrivono i pastori riuniti a Firenze, «ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni». Le iniziative di preghiera, da Pax Christi alle Acli, dall'Azione Cattolica al Santuario di Pompei e alla Basilica di San Nicola di Bari

«Preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina e vicinanza alle comunità cristiane del Paese». Sono i sentimenti espressi dai vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. «Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il prossimo 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace», si legge nella nota, «i vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! I Vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace».

Anche Pax Christi in un articolo della sua rivista Mosaico di Pace, fondata da don Tonino Bello, esprime grande preoccupazione e invita alla preghiera: «Quando le bombe fanno rumore e le esplosioni urlano l'odio, a nulla serve gridare più forte, imprecare, levare la voce. Quando la politica, il dialogo e la diplomazia cedono il passo allo stato maggiore e alla tattica militare, le parole, le dichiarazioni tardive e le buone maniere non fermano la distruzione. Insomma la guerra si vince sui decibel. La pace è questione di silenzio. Per questo serve qualcosa di più profondo piuttosto che di più urlato», scrive il sacerdote e attivista per la pace don Tonio Dell'Olio, «E questo è il tempo del silenzio che si fa preghiera, come le lacrime e il dolore delle vittime. Questo è il tempo di pensare con gli occhi e con l'anima. Con gli stessi sentimenti della mamma di Kiev che guarda il proprio bambino di pochi mesi». Secondo dell'Olio, «con un tempismo dello Spirito, Papa Francesco ha invocato il digiuno: 'E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all'insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiunò. E ha convocato una “Giornata di digiuno per la pace” per il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle ceneri. Un silenzio che è esattamente il contrario della connivenza e della rassegnazione di fronte alla «insensatezza diabolica della violenza», conclude.

Anche le Acli in una nota condannano «fortemente l'aggressione militare Russa ai danni della sovranità della Repubblica Ucraina e ci uniamo a tutte le preghiere, le manifestazioni, i cortei che chiederanno la pace e che ritengono che la pace esista solo nella giustizia, e che non siano ammesse ambiguità nel distinguere torti e ragioni, oppressi ed oppressori, aggrediti ed aggressori».

«Siamo vicini alle persone e alle famiglie in Ucraina sotto attacco, e ci stringiamo forte ai nostri amici del Patronato Acli lì presenti», proseguono. «La scelta per la pace non può far dimenticare che in questo momento la Federazione Russa svolge il ruolo dell'aggressore, attentando all'integrità territoriale e alla libertà di un Paese confinante», aggiungono le Acli, che esortano «tutti gli interlocutori, per primo il Governo russo, ad abbandonare immediatamente il piano del confronto armato e a tornare a quello delle trattative diplomatiche, avendo come unico bene da tutelare la libertà e il benessere dei popoli».

«Invitiamo per questo motivo tutte le cittadine e i cittadini ad esporre le bandiere della pace - concludono - e ci uniamo, con le donne e gli uomini di buona volontà, alla giornata di digiuno per la pace promossa da papa Francesco per il 2 marzo prossimo».

Dall'Azione Cattolica alla preghiera ecumenica di Bari

  

Dopo lo scoppio della guerra, si intensificano le iniziative di preghiera per la pace per l’Ucraina. Il Forum internazionale di Azione Cattolica-Fiac con tutte le associazioni di Azione Cattolica del mondo accoglie il rinnovato appello di papa Francesco a pregare e a digiunare per la pace, mercoledì 2 marzo, «nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali e diocesane, nei nostri gruppi». Come «tappa» verso il 2 marzo, annuncia il Fiac, «accogliamo la proposta dei nostri amici dell’Ucraina di pregare insieme il rosario. Domenica 27 febbraio ci collegheremo online con i fedeli della parrocchia Nativity of Theotokos Church di Leopoli, dopo la celebrazione eucaristica festiva, alle 12.15 (ora Ucraina, 11.15 ora Italia), con gli amici dell'Agora del Mar Nero e dei paesi del Fiac».

Giovedì sera, dinanzi alla facciata del Santuario di Pompei dedicata alla Pace universale, si terrà un momento di preghiera per l'Ucraina. Ad annunciarlo è stato don Ivan Licinio, vice rettore del Santuario, responsabile del servizio per la Pastorale giovanile della Prelatura di Pompei: «questa sera ci incontreremo, credenti e non, con le candele accese per chiedere che termini subito la follia della guerra». L'appuntamento è alle 20 in piazza Bartolo Longo. L'invito è a portare una candela e a condividere l'iniziativa. «Con la pace - dice don Ivan - vincono tutti, con la guerra perdiamo tutto». Lo stesso sacerdote, in un post dal titolo “La follia della guerra”, ha rilanciato l'invito di papa Francesco a digiunare per la pace il prossimo 2 marzo: «Bergoglio si appella a tutti, credenti e non, chiedendo di pregare e digiunare per la pace il 2 marzo, mercoledì delle Ceneri». Ogni domenica proprio a Pompei si celebra una messa in lingua ucraina per la comunità che vive nella zona vesuviana e che lavora in numerose famiglie del territorio.

Da Firenze, dove si sta svolgendo l'incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, mons. Gintaras Grusas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (Ccee), ha rivolto un «accorato appello» per la pace in Ucraina. «Le Chiese che sono in Europa condannano con forza quanto è accaduto questa notte in Ucraina - afferma il presule -: bisogna agire insieme e con determinazione per porre fine immediatamente all'aggressione russa e fare tutto il possibile per proteggere donne, uomini e bambini innocenti: nel nome di Dio fermatevi adesso!». «La Comunità internazionale, e in modo particolare l'Unione Europea, non lasci intentata nessuna via per fermare questo conflitto - prosegue il presidente del Ccee -, perché le armi cedano il passo al dialogo e ai negoziati, perché venga difeso il diritto internazionale, l'indipendenza e la sovranità territoriale dell'Ucraina. Perché si ponga fine a una guerra che dall'Ucraina si estenderebbe inevitabilmente agli Stati vicini e diventerà una minaccia per tutta l'Europa». «I vescovi europei e le comunità cristiane pregano per le vittime di questo conflitto e per i loro familiari, sono vicini a quanti soffrono per questi atti di violenza - aggiunge mons. Grusas -. Si uniscono all'invito di papa Francesco che chiede preghiera e digiuno per la pace: “La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”».

Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari, città molto cara ai russi per la devozione verso San Nicola esprime «profondo dolore e tristezza perché», afferma, «ci ritroviamo per la terza volta in pochi decenni a vivere una guerra. L'ex Jugoslavia, il Kosovo, oggi l'Ucraina, che vede una superpotenza aggredire una realtà più piccola e inerme, confutando lo stato di diritto. Io credo che non dobbiamo mollare - ha detto il vescovo - e di fronte al potere che si esprime attraverso una azione muscolosa, dobbiamo contrastare, come diceva don Tonino Bello, con il potere dei segni. Ecco perché avevamo già pensato qui a Bari di concludere la commemorazione dell'evento vissuto con il Papa due anni fa, “Mediterraneo frontiera di pace”, con un momento di preghiera, d'accordo con il padre russo Viacheslav Bachin, rettore della Chiesa ortodossa russa di Bari, per pregare insieme e invocare anche l'intercessione di San Nicola a cui siamo tutti legati». Il momento di preghiera è in programma sabato 26 febbraio alle 19.45 nella cripta della Basilica di San Nicola. «In quel contesto - ha spiegato monsignor Satriano - faremo un piccolo segno, una luce che risplenderà nelle mani di ciascuno ai piedi della tomba di San Nicola, per dire come di fronte a questo ennesimo atto senza coscienza, dobbiamo porre la luce delle coscienze. Che ognuno di noi possa determinarsi a livello di fede in una preghiera di intercessione e a livello esistenziale in un atteggiamento di non violenza e perseverando in una logica di pace».

L'impegno di Caritas Ucraina

  

Don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas-Spes Ucraina, dopo il precipitare degli eventi e l'attacco da parte della Russia rilancia con forza un appello alla solidarietà e spiega qual è la situazione nel Paese: «In questo momento difficile, c'è un grande bisogno di unità, sostegno, abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli». Una situazione drammatica che avrà ripercussioni non solo militari. Molti civili sono e saranno infatti sempre più coinvolti nei bombardamenti che stanno colpendo diverse città del paese. C'è inoltre molta preoccupazione per l'enorme numero di profughi che sta cercando di lasciare le proprie città e le proprie case, per trovare riparo in altre zone dell'Ucraina o nei Paesi confinanti. Le notizie e le immagini raccontano di enormi colonne di cittadini in fuga con le loro auto dalle principali città, inclusa la capitale Kiev.

Caritas in Ucraina - grazie anche al sostegno della rete internazionale - è sempre rimasta accanto alla popolazione e ora sta moltiplicando gli sforzi per poter raggiungere quante più persone possibili. «Vi chiediamo di starci vicino con la solidarietà e la preghiera», ha detto Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, assicurando che al momento tutti gli operatori della Caritas sono illesi e si stanno prodigando per far fronte all'emergenza. I 19 centri presenti su tutto il territorio - una rete capillare tramite la quale la Caritas dal 2014 ha aiutato 826.500 persone, assistendole nei loro bisogni primari - hanno ora più che mai necessità di rifornimenti e attrezzature per rispondere all'attuale emergenza. In particolare servono: generi alimentari, prodotti per l'igiene e medicinali. Resta prioritaria anche la fornitura di acqua potabile, così come la distribuzione di materiale per garantire il riparo e il riscaldamento delle famiglie, considerate le rigide temperature invernali. Accanto a Caritas Ucraina si sta attivando tutta la rete delle Caritas europee, in particolare le Caritas dei paesi limitrofi - Polonia, Romania e Moldavia - per accogliere tutti coloro, probabilmente migliaia di persone, in fuga dalla guerra.

Caritas Italiana resta accanto alla Caritas in Ucraina ed alla popolazione tutta, attivandosi per fornire gli aiuti necessari per rispondere ai bisogni più urgenti e ha avviato una raccolta fondi per sostenere gli interventi di assistenza umanitaria ed emergenziale. Invita anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese e, accogliendo l'invito del Papa, a rispondere «all'insensatezza della violenza» con «le armi di Dio», dedicando il 2 marzo, Mercoledì delle ceneri, alla preghiera e al digiuno «per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo