«Non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente». In un’intervista esclusiva che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da giovedì 13 ottobre in edicola e in parrocchia, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede commenta e rilancia gli ultimi accorati appelli di papa Francesco sulla guerra in Ucraina. «Solo “schemi di pace” possono garantire un futuro all’umanità. Se prevalgono gli interessi di parte, la violenza, la prevaricazione, le colonizzazioni economiche e ideologiche, la legge del più forte – cioè gli “schemi di guerra” – siamo destinati a non avere un futuro»
«La pace si costruisce sulla giustizia e sul diritto», precisa ancora il cardinale. «Non c’è pace senza giustizia, ma non c’è giustizia senza perdono, come ci ricordava san Giovanni Paolo II all’inizio di questo nuovo millennio. Ed è altrettanto vero che il perdono richiede la conversione, ossia un cambio di atteggiamento che si rispecchi nelle azioni. Non sono in grado di dirle quale pace sia possibile. So soltanto che senza passi concreti da parte di tutti rischiamo di precipitare in una spirale senza ritorno, dalle conseguenze catastrofiche».
«La tregua, far cessare il crepitare delle armi, i bombardamenti, le distruzioni, è un primo passo necessario», puntualizza il Segretario di Stato della Santa Sede. «Tale passo, però, deve essere anche accompagnato e favorito da gesti non di minaccia, ma di fiducia e di buona volontà, che creino le condizioni per il dialogo e aprano la strada a negoziati. Il Papa su questo è stato chiaro. Purtroppo ci siamo quasi abituati alle notizie sulla guerra: non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente. Speriamo e preghiamo che l’appello di Francesco sia ascoltato!».
L’incontro tra il Papa e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill? «Nonostante le difficoltà, le porte rimangono aperte e il dialogo non si interrompe, anche se riscontra incomprensioni», risponde il cardinale Parolin. «Da parte della Santa Sede, il desiderio non è mai venuto meno, anche se le circostanze hanno impedito che esso divenga realtà. Noi percepiamo che anche da parte della Chiesa ortodossa c’è questo desiderio».
Il Segretario di Stato allarga lo sguardo alle altre zone insanguinate del pianeta: «Non dimentichiamo la tragedia della Siria, lo Yemen, il Tigrai, l’acuirsi delle tensioni in Estremo Oriente… Anche se alcuni conflitti sono meno pubblicizzati, non c’è guerra meno dolorosa di altre, non c’è vita che valga meno».