Una intesa che sia il cardinale Gualtiero Bassetti che il sindaco Dario Nardella definiscono storica. La Dichiarazione di Firenze, firmata, per la prima volta, insieme da sindaci (molti di religione musulmana) e vescovi dei venti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. «Siamo preoccupati dei giovani e abbiamo fatto qualcosa per loro scrivendo quel futuro in cui crediamo e che vogliamo per coloro che dovranno venire dopo di noi a prendere quel faticoso testimone che noi passiamo», ha sottolineato il presidente della Cei. «Abbiamo realizzato quello che diceva La Pira e cioè che il credente deve essere uno che spera contro ogni speranza. Quindi, anche in questi giorni in cui ci sono tutti segni contrari, continuiamo a sperare».

E il cardinale vede anche nel sole che ha fatto la sua ricomparsa dalle nuvole una «compiacenza del cielo su questo atto che, sono convinto, è più grande di noi».

«Non ci abbiamo creduto fino all’ultima firma», ha ribadito il sindaco Nardella. «C’è statp un sapiente lavoro di cesello e, alla fine, siamo arrivati a questa dichiarazione che è una conquista storica e dunque un punto di arrivo e di partenza perché nostro desiderio a questo punto è continuare a sognare. Queste ore ci hanno dato una grande energia. Il nostro desiderio è non solo portare questa dichiarazione al Santo padre, ma anche ai leader internazionali, ai capi di stato e di governo. Cominceremo un pellegrinaggio da subito perché la dichiarazione comincia a vivere da oggi». Il sindaco ricorda l’incontro organizzato da Giorgio La Pira negli anni Cinquanta ed è convinto che, dopo gli anni in cui si è quasi tornati indietro, oggi «abbiamo fatto un passo in avanti perché la dichiarazione è firmata da vescovi e sindaci e, lo abbiamo detto nel preambolo senza sfumature, tutti siamo per la pace».