La copertina del libro di Ernesto Preziosi "Armida Barelli, la zingara del buon Dio", pubblicato dalle Edizioni San Paolo, 528 pagine, 25 euro.
Colpisce il titolo (La zingara del buon Dio) che racconta molto di Armida Barelli (1882-1952). «Nasce da una sua risposta data alla governante la quale, vedendola tornare da un viaggio, le aveva fatto notare come gli abiti fossero in disordine», spiega Ernesto Preziosi, storico, docente universitario, vicepostulatore della causa di canonizzazione e autore della biografia pubblicata dalla San Paolo. «Armida le rispose di sentirsi ormai una zingara... Era come dire che per compiere la sua missione tra le giovani lei aveva rinunciato a tutto».
Armida Barelli viene beatificata il 30 aprile nel Duomo di Milano insieme con don Mario Ciceri. «Fondò la Gioventù femminile (Gf) di Azione cattolica e, con padre Agostino Gemelli, fece nascere l’Università Cattolica e l'Opera della Regalità», precisa Ernesto Preziosi. «Dotata di una forte personalità, ha sempre vissuto relazioni rese franche e fraterne dal suo sentirsi coinvolta pienamente nella Chiesa. Allo stesso tempo il suo non porsi in modo conflittuale o rivendicativo ha consentito un rapporto di fiducia da parte della gerarchia che ha favorito l’affrancamento della donna. L’utilizzo della democrazia interna fin dai primi passi della Gioventù femminile ha contribuito non poco a ridurre forme clericali allora diffuse. E opprimenti».
Ernesto Preziosi, 66 anni, autore della biografia di Armida Barelli edita dalla San Paolo.
Nella prefazione scritta per il volume, papa Francesco ha così sintetizzato il ricco intreccio di idee e di iniziative: «Con la sua opera, Armida Barelli ha contribuito in maniera decisiva al processo di integrazione tra Nord e Sud, estendendo la sua azione anche in campo internazionale; un lavoro che ha saputo coniugare fiducia in Dio e concreta efficienza organizzativa, fedeltà non prono, ma in piedi alla Chiesa e ai suoi pastori, frutto della consapevolezza del contributo delle donne laiche nella Chiesa e della determinata convinzione circa la funzione decisiva dell'associazionismo organizzato, strutturato sul piano nazionale e articolato a livello locale».
Jorge Mario Bergoglio ha voluto portare una testimonianza persopnale, ricordando come, nel giugno 1924, ad Asti, durante un convegno promosso dalla Gioventù femminile di cui era dirigente diocesana sua nonna Rosa conobbe personalmente Barelli Due donne in anticipo sui tempi.
e val la pena «La figura di Armida Barelli è attualissima ancora oggi, epoca di Sinodo», prosegue Ernesto Preziosi «Ci sprona a vivere un’adesione piena a Cristo e alla Chiesa restando pienamente laici, inseriti nel mondo, nella famiglia, nel lavoro, nella professione, nell’impegno civico e politico».
Si confrontò con la guerra, Armida Barelli. Anzi, con due. «Il suo pacifismo», puntualizza Preziosi, «è frutto del suo atteggiamento religioso e della fedeltà ad un Magistero che si era ripetutamente espresso contro la guerra vedendola con Benedetto XV nel 1917 come “ un’inutile strage “. La sua esperienza di assistenza ai soldati rientrati dal fronte la metterà a contatto con i drammi originati dal conflitto. La sua contrarietà, pur partecipando al sentire patriottico, sarà netta nel ‘40 quando Mussolini annuncia l’entrata in guerra : “Disgraziato, povera Italia nostra "»
Donna: che tipo di femminilità ha caratterizzato Armida Barelli? «Il grande contributo dato alla emancipazione delle donne», sottolinea Ernesto Preziosi, «non passa per l’adesione ai movimenti femministi di derivazione anglosassone già presenti in Italia nei primi del ‘900 e neppure ad una sensibilità sociale e politica pur presenti tra le giovani donne milanesi come Adelaide Coari; per la Barelli tutto parte dall’accogliere la chiamata cristiana, dal vivere il Battesimo che fonda la dignità piena della persona. Per questa via migliaia di donne hanno saputo vivere una stagione di protagonismo nella Chiesa e nella società, modificando in profondità consuetudini radicate e i condizionamenti presenti nell’educazione familiare e nel contesto religioso del tempo, anticipando il Concilio ecumenico Vaticano II. Un'emancipazione che darà i suoi frutti nella vita personale e che segnerà con tante presenze femminili il ritorno alla democrazia».
Quel che più colpisce della sua ricca e versatile personalità è «la sua normalità», conclude Ernesto Preziosi. «Mi spiego: Armida Barelli è la fondatrice e cofondatrice di Opere importanti, viene percepita dalle giovani come un faro di spiritualità, come un esempio da seguire, eppure vive la sua vita in tutta normalità negli impegni, nel lavoro in Università , nelle relazioni umane. Certo dedica tempo alla preghiera, negli Esercizi fa propositi consapevole della necessità di migliorarsi, ma non coltiva certo il culto della sua persona. Per questo veniva percepita come sorella, ancorché maggiore. Un modello alto ma raggiungibile».
Armida Barelli (1882-1952) è una figura eccezionale di donna «a cavallo fra due secoli», l'Ottocento e il Novecento, che ha lasciato una traccia significativa nella Chiesa, nella cultura e nella società italiana. Ha operato con dedizione ed eccezionale intuito nella gioventù femminile di Azione Cattolica, fra le missionarie francescane, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Opera della Regalità, quattro diverse realtà, con un medesimo impegno caratterizzato da un legame ideale: l'amore per il Sacro Cuore. La sua vita, infatti, è stata un continuo andare verso la perfezione, sorretta dalla sua fede.