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mercoledì 25 giugno 2025
 
giovani e digitale
 

Per un’estate "senza campo", lo smartphone può andare in vacanza?

03/06/2025  Smartphone e adolescenti, un binomio che non va in vacanza. Con la campagna “The Unseen Risk”, Fondazione Carolina lancia un messaggio chiaro: non basta la presenza fisica degli adulti per proteggere i più giovani dai rischi digitali. E lo fa con immagini d’impatto e un decalogo ironico per riscoprire il gusto dell’estate analogica

Dieci, undici, dodici ore al giorno. È questo il tempo che molti ragazzi trascorrono online durante le vacanze estive. Smartphone, social, videogiochi, streaming. Un'intera giornata – e spesso anche la notte – trascorsa davanti a uno schermo. E se anche i dispositivi digitali potessero andare in ferie? È da questa provocazione che nasce la nuova campagna di sensibilizzazione firmata Fondazione Carolina, in collaborazione con l’agenzia creativa Mynd.

Il titolo della campagna è chiaro e diretto: “The Unseen Risk”, ovvero «il rischio invisibile». Un’espressione che fotografa perfettamente quella zona grigia che sfugge troppo spesso all’occhio adulto: la convinzione, profondamente radicata, che la sola presenza fisica basti a garantire protezione e serenità ai più giovani. Ma non è così.

Le ore online si moltiplicano

Secondo i dati raccolti dal Centro Studi della Fondazione Carolina, i preadolescenti tra gli 11 e i 14 annitrascorrono tra le 6 e le 8 ore online al giorno. Un numero che, durante le vacanze estive, sale vertiginosamente fino a superare le 10 ore. Per i ragazzi sopra i 14 anni, il tempo connesso può arrivare anche a 13 ore quotidiane. Videogame, contenuti in streaming, social media e messaggistica istantanea sono le attività più praticate – spesso concentrate nella fascia serale e notturna.

Ma più connessione non significa necessariamente più socialità. Anzi, l’iperconnessione può trasformarsi rapidamente in isolamento, alienazione, dipendenza, polarizzazione, sexting, ludopatia e in alcuni casi adescamento e challenge pericolose. Tutti fenomeni che – sottolinea la Fondazione – minacciano il benessere digitale e, con esso, la salute mentale delle nuove generazioni.

Una presenza solo apparente

«Ci illudiamo che il solo fatto di abitare lo stesso contesto – a casa, al mare, in montagna o in un parco – possa scongiurare ai nostri ragazzi il rischio di vivere situazioni di disagio», osserva Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina.

E aggiunge: «Non li stiamo lasciando di fronte a un libro o a un giocattolo. Finanche la Tv, tanto criticata nei decenni precedenti, garantisce un minimo di controllo rispetto a contenuti e fasce orarie. Qui, invece, parliamo di web, social network e piattaforme streaming che, nel bene e nel male, proiettano il minore su dimensioni e linguaggi non sempre alla portata degli adulti, persino se si trovano nella stessa stanza».

Il problema, insomma, non è solo l’uso dello smartphone, ma la mancanza di accompagnamento educativo da parte degli adulti. Per questo, la campagna «The Unseen Risk» punta a innescare una riflessione visiva, attraverso tre illustrazioni ambientate in scenari estivi – parco, mare e montagna – che, a un primo sguardo, appaiono rassicuranti e familiari. Ma, come spiega Zoppi, «a prima vista quasi non si percepisce nulla, ma ad uno sguardo più attento possiamo cogliere quella piccola sensazione di disturbo che speriamo possa ingenerare una riflessione sulla necessità di affiancare, partecipare e vigilare la presenza dei minori online».

Le idee non cambiano il mondo da sole

Dietro la campagna c’è il lavoro dell’agenzia Mynd, che ha scelto Fondazione Carolina per un’attività di comunicazione sociale realizzata pro bono. «Le idee non cambiano il mondo da sole – spiega Claudio Grimaldi, founder dell’agenzia – ma quando sono al servizio delle giuste cause possono diventare potenti strumenti di cambiamento. Siamo orgogliosi di aver messo le nostre competenze creative al servizio di Fondazione Carolina, un partner che ogni giorno si batte per rendere il digitale un luogo più sicuro per bambini e adolescenti».

Un impegno civile che non si ferma alla campagna visiva. Fondazione Carolina ha infatti realizzato anche un Decalogo per un’estate analogica: dieci suggerimenti – concreti, ironici, accessibili – per riscoprire una vacanza più presente, più umana, più vera.

Il decalogo per un’estate analogica

  1. DIGITAL RELAX
    Anche lo smartphone merita una vacanza. Paesaggi, amici e buona cucina non stanno sugli schermi.
  2. IL MONDO DA UN OBLÒ
    Non esiste lente migliore dello sguardo umano: i ricordi veri abitano nel cuore, non nel cloud.
  3. ABBASSA I TONI
    Videochiamate e musica a tutto volume coprono i suoni della natura. Riscopri il silenzio.
  4. COMPRA UNA VOCALE
    Una chiacchierata autentica con amici e famiglia vale più di cento messaggi vocali.
  5. ENERGIA PULITA
    Se il telefono è scarico, approfittane per ricaricare le tue batterie: quelle vere.
  6. DON’T STOP ME NOW
    Sport, gioco, lettura, gite. Se arriva la noia, reagisci con vera socialità, non con i social.
  7. NON METTERE L’ARTE DA PARTE
    Musei, città d’arte, monumenti: vivili dal vivo, non solo per condividerli online.
  8. RELAX RESPONSABILE
    Mai lasciare smartphone e tablet incustoditi a un bambino: può accedere a contenuti non adatti.
  9. ALBUM DI FAMIGLIA
    Non trasformarti in un inviato speciale delle vacanze: basta con la cronaca social h24.
  10. NON GIOCARTI L’ESTATE
    I videogiochi possono aspettare. Biglie, racchettoni, aquiloni: riscopri il piacere del gioco vero.

Un decalogo pensato per famiglie, educatori, genitori e adolescenti, utile per rimettere al centro ciò che davvero conta: la qualità del tempo vissuto insieme. Perché, come ricorda ancora Zoppi, «basterebbe dare ai nostri figli delle alternative. Una gita in famiglia, un semplice picnic, una partita a calcetto o un pomeriggio sul pedalò possono regalarci momenti “senza campo”, tanto rari quanto preziosi».

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