Cresco da sola due figli di 12 e 14 anni, abbandonati dal padre due anni fa. Sono pieni di passione per la vita e di amici. La famiglia del mio ex marito ci è sempre stata vicino. Fa da ponte tra il papà che ora vive all’estero con un’altra compagna e tutti noi. Io sono rimasta vicina ai miei suoceri, grata per l’affetto e per il grande aiuto che ogni giorno mi mettono a disposizione. Però ogni sera piango.

Posso comprendere che mio marito, che aveva una relazione extraconiugale da anni, non fosse più felice con me. Ma non riesco a comprendere come si possa smettere di essere padre, rinunciando a incontrare i propri figli, che chiama di rado e in modo molto superficiale. Come cresceranno questi due ragazzi sapendo che il loro papà non aveva alcun interesse a stare presente nelle loro vite? Che ne è di preadolescenti e adolescenti che all’improvviso vedono evaporare la figura paterna che se ne va, per rincorrere una nuova vita, considerando quella che lasciano – e le persone che ne facevano parte – semplicemente un ingombro di cui disfarsi?

EVA


Cara Eva, le tue parole trasudano dolore, ma anche tanta consapevolezza e competenza educativa. La tua capacità di rimanere base sicura e porto verso il quale i tuoi figli possono dirigere la zattera delle loro vite quando fuori c’è tempesta è ciò che conta, ora.

È molto bello leggere, nel modo in cui tu descrivi la vostra situazione, la totale assenza di rancore e la capacità di provare gratitudine verso la famiglia allargata del tuo ex marito con cui hai saputo mantenere solida la rete degli affetti e dell’aiuto e sostegno reciproco.

Certo i tuoi figli stanno sperimentando l’assenza del padre e certamente ne soffriranno. Ma questo è il padre che hanno e dentro di loro impareranno a tenere il buono che ha messo nella relazione con loro, quando è stato presente e sapranno prendere le misure con le scelte che poi ha deciso di fare.

È un percorso che descrive molto bene Enrico Galiano nel suo nuovo romanzo Geografia di un dolore perfetto (Garzanti), straziante ma bellissimo, in cui descrive la fatica, ma anche la bellezza di un uomo adulto che va alla ricerca di un padre con cui aveva da anni interrotto ogni rapporto. I tuoi figli potrebbero leggere I sogni di mio padre (Garzanti), il libro con cui Barack Obama racconta la sua crescita e il suo percorso di vita avvenuto grazie e nonostante un padre incontrato una sola volta, all’età di 10 anni, eppure così fondamentale per il suo percorso esistenziale.