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A chi conosce solo superficialmente il cantautore Francesco Guccini può apparire strano vederlo insieme alla Diocesi di Bologna ad attendere in piazza San Pietro l'arrivo del Papa che, poi, passando si è soffermato a scambiare due parole con lui.
È vero che il Maestrone, come lo chiamano i suoi fan o meglio i suoi seguaci e ammiratori, si è sempre dichiarato anarchico e agnostico, ma è anche vero che in più interviste ha dichiarato la sua ammirazione per la Rivoluzione di Bergoglio sentita come "vera e vicina al messaggio di Gesù". Inoltre, nonostante la sua apparente distanza dalla Chiesa e dalla religione, da sempre nei testi del grande cantautore modenese aleggiano temi relativi alla ricerca di senso, a domande sull'linfinito e sono spesso pregni di spiritualità.
Ed è fatto noto che la sua bellissima e conosciuta Dio è morto, venne censurata nel 1967 dai canali Rai dove non erano stati capaci di comprenderne il contenuto, in realtà molto chiaro nella strofa finale. Solo Radio Vaticana trasmise la canzone e Paolo Vi ne lodò il messaggio e le parole che parlano sì di un Dio che è morto «nei campi di sterminio... Coi miti della razza.... Con gli odi di partito» ma che se «muore è per tre giorni e poi risorge... In in ciò che noi crediamo... In ciò che noi vogliamo.... Nel mondo che faremo».
Insomma parole che spiegano perfettamente perché il cantautore ribelle e rivoluzionario è il più amato e cantato nel mondo cattolico.



