Ormai è una star. Perché se è vero che è stato il teatro a procurargli il favore dei critici e la Tv a regalargli la notorietà, sono due milioni e mezzo gli spettatori che un paio d’anni fa l’hanno visto al cinema in Qualunquemente. Cifra record, specie con l’aria di crisi che tira. D’uopo, quindi, ringraziare Antonio Albanese per la cortesia con cui si presta all’intervista alla vigilia dell’uscita nelle sale di Tutto tutto niente niente, la sua nuova, attesa pellicola. «Scherzi?», ribatte lui recuperando immediatamente il tono amichevole con cui ci eravamo salutati. «Malgrado il successo, sono sempre lo stesso. E poi, in questa epoca di nani, per me voi di Famiglia Cristiana siete come i gladiatori».
– Troppo buono, Antonio...
«Eh no, quello che è giusto è giusto».
– Bando ai convenevoli. Incassati 16 milioni di euro con Qualunquemente, era inevitabile che tu e Giulio Manfredonia, il tuo amico regista, metteste in cantiere il seguito?
«Siamo contenti, chiaro. Ma più che sul denaro mi piace puntare l’attenzione sul numero spropositato di persone che ha visto il film: questa è la cosa meravigliosa! Il fatto che al pubblico sia piaciuto l’amarognolo della storia, ci ha fatto capire che forse era pronto per andare oltre. Perché, qui lo sottolineo, Tutto tutto niente niente non è il seguito del primo film. Piuttosto, è un’evoluzione».
– Sarà. Nei manifesti, però, campeggia Cetto La Qualunque che lancia il nuovo “slogan” contro la iettatoria predizione dei Maya...
«Cetto fa il gran salto nella politica nazionale. Ma stavolta i personaggi sono tre. Maschere che amo, perché sono io che le ho create, ma che allo stesso tempo detesto, perché rappresentano tutto ciò che non mi piace».
– Troppo buono, Antonio...
«Eh no, quello che è giusto è giusto».
– Bando ai convenevoli. Incassati 16 milioni di euro con Qualunquemente, era inevitabile che tu e Giulio Manfredonia, il tuo amico regista, metteste in cantiere il seguito?
«Siamo contenti, chiaro. Ma più che sul denaro mi piace puntare l’attenzione sul numero spropositato di persone che ha visto il film: questa è la cosa meravigliosa! Il fatto che al pubblico sia piaciuto l’amarognolo della storia, ci ha fatto capire che forse era pronto per andare oltre. Perché, qui lo sottolineo, Tutto tutto niente niente non è il seguito del primo film. Piuttosto, è un’evoluzione».
– Sarà. Nei manifesti, però, campeggia Cetto La Qualunque che lancia il nuovo “slogan” contro la iettatoria predizione dei Maya...
«Cetto fa il gran salto nella politica nazionale. Ma stavolta i personaggi sono tre. Maschere che amo, perché sono io che le ho create, ma che allo stesso tempo detesto, perché rappresentano tutto ciò che non mi piace».
...potete leggere l'intervista completa a Antonio Albanese su Famiglia Cistiana n. 50, in edicola e in paparrocchia da giovedì 6 dicembre 2012. Buona lettura!


