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«Non è facile per le famiglie, perché la malattia sradica e distrugge gli equilibri. Quando i pazienti urlano è il loro corpo che si manifesta. Noi cerchiamo di capire e intervenire su ciò che fanno, di curare la loro anima». Lo dice Elena Sodano, 58 anni, Imprenditrice della cura. Presidente Associazione RaGi per le Demenze. Con lei sul numero in edicola di Famiglia Cristiana abbiamo viaggiato verso Cicala, un borgo ai piedi della Sila, a più di 800 metri sul livello del mare, dove è stato creato uno spazio in cui la malattia di Alzheimer viene vissuta con una nuova ottica.
Si tratta di un centro residenziale di 800 metri quadri che accoglie persone affette da demenza. I pazienti ospitati sono 7, li affiancano 8 operatori socio sanitari, tre educatori, una psicologa, un assistente sociale.La particolarità è che è stato pensato come una sorta di paese costruito nel paese. Ci sono donne affacciate alle finestre dipinte sulle pareti, un ufficio postale disegnato, una tabaccheria. Ogni camera con due letti è diventata casa per due persone, con numero civico sulla porta e cassetta delle lettere.


I pazienti pranzano e cenano alla trattoria-pizzeria Totò e Peppino, c’è una bottega per fare la spesa, un cinema, una boutique, un viale con i profumi e i sapori della Calabria, un’aia. Fuori un grande terrazzo guarda le montagne e uno spazio esterno con erba sintetica e ombrelloni sta davanti a un mare colorato d’azzurro.
Ma anche il paese reale, può essere veramente vissuto dagli ospiti di Casa-Paese. È stato infatti il primo comune in Calabria nominato “Borgo amico delle persone con demenza”, nel 2008. Perché la sua tranquillità e le sue vie accolgono quotidianamente i pazienti, che vengono aiutati a fare la spesa nelle piccole botteghe, salutati se siedono al bar davanti a un aperitivo o in piazza su una panchina. Ogni vita qui continua, all’interno e all’esterno.



