Non enfatizza la situazione di particolare difficoltà dei cristiani. “I cristiani in Iraq sono prima di tutto iracheni e come tutta la popolazione patiscono la situazione che c’è. Se scoppia una bomba non chiede prima a quale fede si appartenga. La violenza raggiunge tutti”, spiega monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, a Roma per incontrare la Caritas italiana prima di partire per raggiungere le altre Caritas europee.
“La nostra situazione attuale è migliorata”, sottolinea il vescovo, “però non c’è sicurezza e stabilità. Questa è la nostra preoccupazione. Speriamo che ci sia la possibilità di andare avanti e di porre fine agli atti terroristici”. Violenza e povertà sono all’ordine del giorno. “Per questo la nostra delegazione è venuta in Europa”, aggiunge monsignor Warduni, “per chiedere a tutti gli uomini di buona volontà un sostegno. Non abbiamo vergogna di chiedere. Abbiamo molti progetti per gli handicappati, per i ragazzi rimasti orfani, per le vedove, per gli studenti. In particolare con i giovani cristiani e musulmani abbiamo un progetto di animazione per educare al dialogo, alla pace e alla fratellanza e per spingere i ragazzi a impegnarsi per la ricostruzione del Paese”.
Un Paese che ha bisogno del sostegno della comunità internazionale “a patto che sia un intervento che semini pace e che dia la possibilità che a ciascun uomo siano riconosciuti i diritti umani. Se la comunità internazionale interviene davvero per questo scopo e non con altri interessi allora può fare il bene e dare stabilità e pace. Occorre però che anche all’interno dell’Iraq non ci siano interessi e divisioni”.
Sorride, ma non tace le critiche il vescovo ausiliare di Baghdad: “Senza le discordie”, sottolinea, “il Paese potrebbe andare avanti anche da solo, ma temo che ci siano interessi a seminare divisioni. In troppi hanno interessi economici e politici perché l’Iraq resti in una situazione instabile. Questo facilita chi vuole fare i propri interessi e non quelli del nostro Paese. Se l’Iraq si lasciasse da solo, se i dirigenti agissero per il bene di tutti gli iracheni, sicuramente il Paese andrebbe avanti e si svilupperebbe di più e si potrebbe costruire un Iraq nuovo”.
Un contributo di cento mila euro per sostenere i progetti della Caritas irachena. La Caritas italiana si è impegnata su sei iniziative concrete che hanno visto mettere in piedi attività di sostegno ai bambini e alle famiglie, corsi di formazione dei giovani alla solidarietà e alla cittadinanza attiva, un programma di sostegno alle vittime della violenza e a persone in difficoltà, aiuti alle famiglie sfollate di Baghdad e del Nord del Paese, un progetto di pace e riconciliazione e uno di integrazione delle persone disabili.
In particolare, il sostegno ai bambini e alle famiglie si è concretizzato nell’avvio di 12 centri su tutto il territorio nazionale. Le strutture stanno seguendo i bambini malnutriti, le donne incinte, le mamme che allattano e le famiglie particolarmente povere. Oltre alla distribuzione di alimenti ad alto valore proteico, le attività si sono allargate anche in ambito agricolo e alimentare con 34 progetti di allevamento di pollame, di panifici, di confezionamento di prodotti alimentari fatti in casa. Per contribuire ai progetti si può effettuare un versamento attraverso il sito della Caritas www.caritasitaliana.it. Dalla home page si deve cliccare su “nel mondo” e poi sul Paese Iraq.
Annachiara Valle


