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Alberto Stasi all'esterno del tribunale di Pavia per l'incidente probatorio nell'inchiesta su Andrea Sempio
La procedura penale italiana dal 1989 prevede che la prova si formi nel dibattimento, ossia nella parte pubblica del processo, davanti al giudice. Può accadere però che sia necessario anticiparne e cristallizzarne una, che potrebbe non essere più disponibile o alterarsi in attesa del dibattimento: per questo le norme consentono in casi particolari di utilizzare lo strumento dell’incidente probatorio, che serve a raccogliere e “congelare” prove che possono disperdersi o deteriorarsi, e che poi entreranno già formate nel processo vero e proprio.
Il caso di scuola è la testimonianza di una persona gravemente ferita che potrebbe non sopravvivere fino al dibattimento o non essere più in grado di rendere la propria testimonianza, magari cruciale. Ma ci sono anche altri esempi.


Perché questo strumento sia valido è necessario che la prova anticipata si ottenga in udienza davanti al giudice delle indagini preliminari, con il contraddittorio delle parti, ossia alla presenza degli avvocati, che rappresentano gli indagati e le vittime costituitesi parte civile, e dei magistrati del pubblico ministero titolari delle indagini e dei rispettivi periti e consulenti.
Se l’incidente probatorio è complesso può richiedere più di una udienza, è il caso di Galasco, dove un maxi incidente probatorio iniziato nel giugno scorso con l’obiettivo di isolare Dna da “campioni biologici” e “reperti” mai analizzati o che hanno dato risultati dubbi e conservati per in quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi.
Nell’ultima udienza prevista, il 18 dicembre 2025, in aula, alla presenza anche di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio, la perita Denise Albani, genetista della polizia Scientifica, illustrerà alle parti i risultati del suo lavoro in tema di valutazione della eventuale compatibilità tra le tracce del sulle unghie della vittima e il Dna Y (linea maschile della famiglia) del nuovo indagato, Andrea Sempio.
In aula avvocati e consulenti chiederanno chiarimenti alla perita sui metodi sulle procedure e sui risultati ottenuti già illustrati nella perizia scritta.




