La tensione è altissima e riporta ai tempi della Guerra fredda. O anche peggio. Perché nemmeno durante la Guerra fredda si era arrivati a questo punto. Quanto accaduto nei cieli sopra la Polonia, violati dall’incursione di uno sciame di droni presumibilmente russi – poi abbattuti – nella notte tra il 9 e il 10 settembre, mentre Mosca sfeerrava un nuovo massiccio attacco sull’Ucraina, ha messo in forte allarme Varsavia, l’Europa, la Nato.  «Non siamo mai stati così vicini a un conflitto dalla Seconda guerra mondiale», sono state le parole del premier polacco Donald Tusk. E a restituire il peso di quella che i leader occidentali considerano un’azione deliberata di Mosca – anche se il Cremlino smentisce – è il generale Usa Alexus Grynkewich, dal 2025 comandante supremo alleato in Europa: «E' la prima volta che velivoli della Nato hanno ingaggiato minacce potenziali all'interno del nostro spazio aereo». Dal canto suo il segretario generale della Nato Nark Rutte ha dichiarato:   «Non si tratta di un caso isolato: siamo pronti, vigili e difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato».

A seguito dell’ingresso dei droni nello spazio aereo polacco, considerato dalla Polonia una minaccia alla sicurezza nazionale, Varsavia ha invocato l’attivazione formale dell’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico (firmato nel 1949), in base a quale, recita l’articolo, "le Parti si consulteranno ogni qualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti siano minacciate", ovvero quando uno dei 32 membri dell’Alleanza ritiene di essere sottoposto a una minaccia esterna, può chiedere di sottoporre il caso all’attenzione degli altri membri per valutare la situazione e confrontarsi.

Con l’invocazione dell’articolo 4, insomma, la questione viene discussa da tutti i membri e la discussione può portare a decidere qualche forma di azione congiunta. L’articolo è uno strumento essenzialmente diplomatico e politico, mette in moto un dialogo e un confronto tra i membri, ma non attiva l’intervento armato. Quest’ultimo è previsto dall’articolo 5, che rappresenta un passo ulteriore, successivo, sancisce il principio che gli Alleati devono intervenire se un Paese della Nato è attaccato, in base all'autodifesa collettiva.

Nel corso della storia l’articolo 4 è stato invocato in poche circostanze: la prima è stata nel 2003 quando a richiederlo è stata la Turchia preoccupata dall’invasione Usa del vicino Iraq. Nel 2014 a invocarlo sono stati la Polonia e i Paesi baltici a seguito dell’invasione e annessione della Crimea da parte della Russia. Il 24 febbraio del 2022 Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia febbraio lo hanno invocato dopo l’invasione russa del territorio ucraino.

La Polonia ha annunciato di aver limitato il traffico aereo lungo il suo confine orientale, una restrizione che per precauzione resterà attiva fino a dicembre. Il ministero degli Esteri polacco ha annunciato che, su sua richiesta, si terrà una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Donald Trump, dal canto, è apparso molto sorpreso - e deluso - dalle mosse di Putin. Attraverso l'ambasciatore Usa presso l'Alleanza atlantica Washington ha comunque assicurato di essere «al fianco degli alleati Nato di fronte a queste violazioni dello spazio aereo». Dalla Slovenia, dove si è recato in visita ufficiale, il presidente italiano Sergio Mattarella per la prima volta ha paragonato l'atmosfera di queste settimane a quella che portò rapidamente alla Prima guerra mondiale nel 1914, parlando di un mondo che galleggia pericolosamente su un «crinale» oltre il quale c'è solo «il baratro».

(Foto Ansa sopra: il presidente polacco Karol Nawrocki in conferenza stampa)