Siamo un Circolo Acli della Sardegna, e abbiamo letto il vostro articolo sui rom (FC n. 50/2014). Anche noi viviamo la stessa delusione in quanto abbiamo un corso di sartoria per rom con le stesse finalità e una “borsa lavoro” con fondi europei. I datori di lavoro, accampando diverse scuse, non li ricevono nei loro laboratori perché sono dei rom. Come Acli della provincia di Cagliari abbiamo presentato un progetto e attrezzato i nostri locali con adeguate attrezzature per ricevere quattordici corsiste. Concordiamo con lei per la discriminazione incontrollata: nessuno fa niente per superarla. E questi segnali di rifiuto verso i rom, purtroppo, avvengono anche nel mondo cattolico.
BRUNO

Gli esempi di discriminazione, non solo nei confronti dei rom, sono all’ordine del giorno, e sempre più numerosi. In una società che si chiude nell’orizzonte dell’individualismo, ognuno pensa solo a sé stesso, ignorando chi gli sta vicino. A maggior ragione se è uno straniero o un “diverso”. Fa male sentire che anche i cristiani, seguaci del Vangelo dell’amore e dell’accoglienza, accampino scuse e pretesti per “girare lo sguardo altrove” e non farsi carico delle sofferenze altrui. Siamo ben lontani dall’esempio del Buon Samaritano.