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“Cordiali colloqui”, li definisce il comunicato ufficiale della Santa Sede. “Calorosa accoglienza”, sottolinea il presidente israeliano. Si è svolto in un clima disteso il secondo incontro fra Leone XIV e il presidente israeliano Isaac Herzog, il quale aveva già avuto occasione di incontrare il papa il 18 maggio, in occasione della cerimonia di insediamento del muovo pontefice.
Herzog è stato il primo a riferire dell’incontro con un post su X in quattro lingue (ebraico, arabo, inglese e italiano) già nella tarda mattinata.
“Sono profondamente grato a Papa Leone XIV per la calorosa accoglienza ricevuta oggi in Vaticano”, scrive Herzog (62 anni, in carica dal 2021). “Prima di tutto”, prosegue, “Israele si sta impegnando in ogni modo possibile per riportare a casa gli ostaggi tenuti in brutale prigionia da Hamas. Israele anela a un giorno in cui i popoli del Medio Oriente – i Figli di Abramo – vivranno insieme in pace, collaborazione e speranza. Tutti i leader di fede e di buona volontà devono essere uniti nel chiedere l'immediato rilascio degli ostaggi come primo ed essenziale passo verso un futuro migliore per l'intera regione. Lo Stato di Israele si impegna per la libertà religiosa di tutte le fedi ed è determinato a continuare a lavorare per la pace, la tranquillità e la stabilità in tutta la regione. Israele è orgoglioso della sua comunità cristiana e si impegna a garantire la sicurezza e il benessere delle comunità cristiane in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente”.
Spicca l’assenza di qualsiasi riferimento alla situazione a Gaza e a un eventuale cessate il fuoco. Gaza viene invece citata fin dalle prime righe nel comunicato vaticano, diffuso a metà pomeriggio.
“Nel corso dei cordiali colloqui con il Santo Padre e in Segreteria di Stato”, si legge, “è stata affrontata la situazione politica e sociale del Medio Oriente, dove persistono numerosi conflitti, con particolare attenzione alla tragica situazione a Gaza. Si è auspicata una pronta ripresa dei negoziati affinché, con disponibilità e decisioni coraggiose, nonché con il sostegno della comunità internazionale, si possa ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, raggiungere con urgenza un cessate-il-fuoco permanente, facilitare l’ingresso sicuro degli aiuti umanitari nelle zone più colpite e garantire il pieno rispetto del diritto umanitario, come pure le legittime aspirazioni dei due popoli. Si è parlato di come garantire un futuro al popolo palestinese e della pace e stabilità della Regione, ribadendo da parte della Santa Sede la soluzione dei due Stati, come unica via d’uscita dalla guerra in corso. Non è mancato un riferimento a quanto accade in Cisgiordania e all’importante questione della Città di Gerusalemme. Nel prosieguo dei colloqui, si è convenuto sul valore storico dei rapporti tra la Santa Sede e Israele e sono state affrontate anche alcune questioni riguardanti i rapporti tra le Autorità statali e la Chiesa locale, con particolare attenzione all’importanza delle comunità cristiane e al loro impegno in loco e in tutto il Medio Oriente, a favore dello sviluppo umano e sociale, specialmente nei settori dell’istruzione, della promozione della coesione sociale e della stabilità della regione”.
Dopo l’incontro con papa Leone, Herzog ha avuto un colloquio con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da monsignor Paul R. Gallagher Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali.



