Ha parlato a braccio Papa Francesco lo scorso 31 ottobre durante l’udienza dell'Ucid, l'Unione cristiana imprenditori dirigenti, associazione dei titolari d'impresa cattolici, guidata dal presidente Giancarlo Abete e dal cardinale Salvatore De Giorgi. E lo ha fatto per denunciare una prassi che ancora troppe volte discrimina le donne nel mondo del lavoro: «Quante volte abbiamo sentito che una donna va dal capo e dice: “Devo dirle che sono incinta”, “Dalla fine del mese non lavori più”».

Parole che mettono il dito in una piaga ricorrente e che nelle imprese penalizza fortemente la presenza femminile e la stessa possibilità di mettere al mondo figli. «La donna dev'essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto di lavorare e il diritto della maternità», ha stigmatizzato Francesco «È decisivo - ha poi sottolineato - avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di un'impresa». In particolare, ha aggiunto, «per favorire l'armonizzazione tra lavoro e famiglia». «Penso in modo particolare alle lavoratrici - ha poi ribadito Bergoglio -: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad un lavoro pienamente riconosciuto sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia».

Nel suo discorso anche un forte richiamo all'etica nell'economia e nell'impresa, con la necessità di porre al centro la persona e il bene collettivo. E anche un'esortazione alla politica a tutelare adeguatamente le aziende. E a questa opera di tutela «sono chiamate in primo luogo le istituzioni, ma anche gli imprenditori, gli economisti, le agenzie finanziarie e bancarie». E tutti i soggetti coinvolti «non devono mancare di agire con competenza, onestà e senso di responsabilità». Infatti, «l'economia e l'impresa hanno bisogno dell'etica per il loro corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica che ponga al centro la persona e la comunità».

Il Papa ha anche esortato a «costruire rapporti fraterni tra imprenditori, dirigenti e lavoratori, favorendo la corresponsabilità e la collaborazione». Ha sottolineato il valore di una sfida che orienta l’economia i senso evangelico e ha invitato i presenti a creare buone opportunità di lavoro: «Pensate ai giovani, credo che il 40% dei giovani qui oggi sono senza lavoro. In un altro Paese vicino, il 47; in un altro Paese vicino, più del 50. Ma siate creativi nel creare opportunità di lavoro che vadano avanti e diano lavoro, perché chi non ha lavoro non solo non porta il pane a casa ma perde la dignità».