Lo cantava nel 1974, Testarda io, e lo ripete anche oggi, quarant’anni dopo. Iva Zanicchi sale sul palcoscenico delle elezioni Europee anche se il marito vorrebbe che restasse «in casa a fare l’uncinetto e la maglia. Ma io… sono una testarda». Susy Blady, invece, viaggiatrice di professione, ha scelto la via dell’Europa e come compagni di viaggio i Verdi: «Da sempre ho voluto mette in primo piano il mio impegno sociale e far conoscere alle persone che mi seguivano da casa il mondo e le sue problematiche». Il cambio repentino di clima sull'Italia, terremoti, trombe d'aria, alluvioni le hanno dato la spinta decisiva: «Questa terra purtroppo è sintomo che qualcosa sta cambiando in peggio e quello che dobbiamo fare è cambiare la rotta. I Verdi mettono al centro le questioni dell’ambiente, di uno stile di vita e di sviluppo diverso». Caterina Chinnici (Pd), magistrato figlia di Rocco Chinnici, il giudice assassinato dalla mafia nell'83, vuole dare continuità all’impegno del padre: «gran parte della normativa antimafia in Sicilia è eredità del lavoro avviato da lui, io promuoverò la nascita di una procura europea contro la criminalità organizzata». Barbara Spinelli, (Tsipras), firma di Repubblica e figlia del padre dell'Europa Altiero Spinelli mette a servizio di cittadini la sua notorietà: «Con la mia scelta, questa visibilità è data a tanti invisibili, a tanti combattenti d'Europa». La più giovane europarlamentare italiana è Lara Comi (Forza Italia) che conobbe “il Cav” nel 2004 chiedendogli un autografo a San Siro e ai suoi coetanei dice di: «vivere il presente, all’altezza del passato per costruire un grande futuro». Marinella Colombo, candidata con Scelta Europea, ha deciso di impegnarsi da quando «un giorno i miei figli sono spariti da scuola, portati via dai carabinieri in violazione di un accordo con il mio ex marito tedesco firmato davanti al vice-questore e spediti (come pacchi) in Germania. Da quel giorno lotto con tutte le mie forze. Sulla mia pelle, piano piano e sempre più, ho scoperto come funziona l’Europa e non solo relativamente ai bambini».

Dai trenta ai settant’anni, sono tante e diversamente motivate le donne di questa tornata elettorale. 305 su 802 quelle in lizza per ottenere un posto a Strasburgo, ma sono solo il 36,5 per cento. Manca un 14% che pesa e che dice che la parità di genere numericamente è ancora lontana. Si vota con un sistema elettorale transitorio che prevede un proporzionale con tre preferenze. Nel caso, però, siano tutte attribuite a candidati dello stesso genere, la terza scelta viene invalidata. Tradotto: se esprimi solo due preferenze, puoi scegliere due uomini o due donne; se ne esprimi tre ci deve essere una donna o un uomo. I partiti hanno fatto scelte differenti. Il Partito Democratico è l’unico ad aver dato un segnale chiaro scegliendo come capilista nelle cinque circoscrizioni solo donne. Fratelli d’Italia, invece, propone Giorgia Meloni capolista in tutte le circoscrizioni. Ma a delineare il quadro, nel dettaglio, ci pensa l’Istituto Cattaneo: «I Verdi presentano più donne che uomini (53% e 47%), il M5S, che ha scelto tutti con primarie telematiche, è il secondo partito con più donne (47%), seguito dalla Lista Tsipras (45%). Anche Pd e Forza Italia sono sopra la media, con oltre il 40% di donne tra i candidati. A netta preponderanza maschile sono invece le liste Ncd-Udc, con solo poco più del 16% di donne, e Fdi-An (29%)».