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Ci mancava solo che esplodesse nell'urlo "Viuuulenza!" del suo quasi sosia Diego Abatantuono in Eccezziunale veramente. Ma non ne ha avuto bisogno, Claudio Galimberti, detto "Bocia", capo-ultrà dell'Atalanta, per ricevere gli applausi scroscianti in un'aula del Senato italiano. Dalle 22 alle 6 del mattino per lui c’è il coprifuoco, perché deve scontare una condanna a 3 anni per lesioni. Ma di giorno può uscire e così ieri mattina si è messo giacca e cravatta e si è presentato in una sala del Senato prenotata da Vito Crimi del Movimento 5 stelle, invitato con altri capi ultrà di 25 squadre di calcio e di altri sport, a partecipare a un incontro organizzato dagli avvocati Giovanni Adami e Lorenzo Contucci per discutere, insieme ad altri politici come il leghista Gian Marco Centinaio, Loredana De Petris e Paolo Cento di Sel e Mario Tullo del Pd, sul Daspo, la disposizione che impedisce ai tifosi violenti di entrare allo stadio, un provvedimento che lo stesso Bocia si è visto applicare ben 9 volte.
L'incontro doveva affrontare la questione di un disegno di legge sull’eliminazione del doppio Daspo disposto dalla questura e, in caso di condanna, dalla magistratura. Ma il Bocia, vista l'aria favorevole, con i suoi sodali è andato ben oltre chiedendo di eliminare i divieti di utilizzare fumogeni, petardi, di togliere la tessera del tifoso obbligatoria, le multe per chi cambia il posto assegnato sugli spalti, Il tutto in nome del diritto “di tornare a una vita di passione, che è qui dentro di noi da quando siamo bambini”. E giù con gli applausi.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha così commentato: “Fa stupore che chi è sottoposto a regime di sorveglianza non può entrare in uno stadio e poi…”. Ma perché stupirsi? Un Paese che consente a Salvuccio Riina di parlare indisturbato da padrino mafioso nella principale Tv pubblica, può benissimo ospitare in Senato il "Bocia" per discutere di violenza negli stadi.



