PHOTO
Un lungo post sui social per chiedere la liberazione del nostro connazionale. L’azione cattolica italiana ricorda che «un anno fa, il 15 novembre 2024, Alberto Trentini veniva arrestato in Venezuela».
Da allora, continua l’associazione «è detenuto ingiustamente, lontano da casa, dalla sua famiglia, dal lavoro che amava: aiutare le persone più fragili».
Alberto, scrive l’Aci, «è un cooperante, un uomo che ha dedicato la vita agli altri. Lavora per Humanity & Inclusion, organizzazione impegnata nell’assistenza a persone con disabilità e altri gruppi vulnerabili. E oggi vive in condizioni durissime, in un carcere a Caracas, senza accuse, senza processo, senza diritti».
«In realtà», continua l’Azione cattolica, «Alberto una “colpa” ce l’ha: quella di essere cittadino italiano.
L’Italia infatti è tra i Paesi che non hanno riconosciuto le elezioni che nel 2024 hanno confermato Nicolás Maduro al comando del Venezuela.
Un Presidente padrone in carica dal 2013, accusato dall’Onu di crimini contro l’umanità e di persecuzione politica contro ogni forma di opposizione.
L'arresto di Alberto, motivato da accuse pretestuose, appare chiaramente un segnale
di ostilità nei confronti di chi proviene da Paesi considerati critici.
La sua storia merita attenzione, vicinanza, voce.
Merita che il nostro Paese e l’opinione pubblica non lo dimentichino.
Merita che continuiamo a chiedere, insieme, ciò che dovrebbe essere ovvio: che Alberto torni libero, e torni a casa.
Alla sua famiglia, che da un anno tiene accesa la speranza con una forza straordinaria, va tutta la nostra vicinanza.
Non possiamo rassegnarci.
A un anno dalla sua detenzione, rinnoviamo con forza un appello semplice e necessario: liberate Alberto Trentini!
Chiediamo con forza al governo italiano di intensificare ogni sforzo diplomatico e di garantire che la vicenda di Alberto non cada nel silenzio».
Il tempo stringe, e la storia ci insegna che l’indifferenza può diventare complice dell’ingiustizia. Alberto Trentini merita libertà, protezione e dignità: non lasciamo che il silenzio decida per lui».
Da allora, continua l’associazione «è detenuto ingiustamente, lontano da casa, dalla sua famiglia, dal lavoro che amava: aiutare le persone più fragili».
Alberto, scrive l’Aci, «è un cooperante, un uomo che ha dedicato la vita agli altri. Lavora per Humanity & Inclusion, organizzazione impegnata nell’assistenza a persone con disabilità e altri gruppi vulnerabili. E oggi vive in condizioni durissime, in un carcere a Caracas, senza accuse, senza processo, senza diritti».
«In realtà», continua l’Azione cattolica, «Alberto una “colpa” ce l’ha: quella di essere cittadino italiano.
L’Italia infatti è tra i Paesi che non hanno riconosciuto le elezioni che nel 2024 hanno confermato Nicolás Maduro al comando del Venezuela.
Un Presidente padrone in carica dal 2013, accusato dall’Onu di crimini contro l’umanità e di persecuzione politica contro ogni forma di opposizione.
L'arresto di Alberto, motivato da accuse pretestuose, appare chiaramente un segnale
di ostilità nei confronti di chi proviene da Paesi considerati critici.
La sua storia merita attenzione, vicinanza, voce.
Merita che il nostro Paese e l’opinione pubblica non lo dimentichino.
Merita che continuiamo a chiedere, insieme, ciò che dovrebbe essere ovvio: che Alberto torni libero, e torni a casa.
Alla sua famiglia, che da un anno tiene accesa la speranza con una forza straordinaria, va tutta la nostra vicinanza.
Non possiamo rassegnarci.
A un anno dalla sua detenzione, rinnoviamo con forza un appello semplice e necessario: liberate Alberto Trentini!
Chiediamo con forza al governo italiano di intensificare ogni sforzo diplomatico e di garantire che la vicenda di Alberto non cada nel silenzio».
Il tempo stringe, e la storia ci insegna che l’indifferenza può diventare complice dell’ingiustizia. Alberto Trentini merita libertà, protezione e dignità: non lasciamo che il silenzio decida per lui».



