"Egregio Eugenio, è sempre un onore poter parlare con Famiglia Cristiana. Sono disponibile ma con contenuti ridotti perché della malattia in dettaglio non voglio parlare finché non ne sarò uscito. Valutiamo...Ci sentiamo nei prossimi giorni...Grazie Fabrizio". Questo è il testo dell'Sms che Fabrizio Frizzi ci ha inviato circa un mese fa, quando lo abbiamo contattato per sapere come stava e se gli andava di parlare con noi dopo l'ischemia che lo colpì il 23 ottobre scorso durante la registrazione di una puntata del programma "L'eredità". Purtroppo non c'è stato il tempo di combinare un nuovo incontro con lui. Il conduttore se n'è andato questa notte, a 60 anni, a causa di un'emorragia cereebrale.

Anche solo in quelle poche righe traspaiono tutte le qualità che in 40 anni di carriera lo hanno reso uno degli volti più amati della nostra televisione: la gentilezza, la disponibilità, la generosità. A tutte queste caratteristiche se ne aggiunge una che più di altre colpiva chi ha avuto la fortuna di conoscerlo: il candore. Il candore di un bambino (non a caso aveva iniziato conducendo programmi per ragazzi) che gli aveva anche fatto guadagnare una citazione su Topolino e soprattutto il ruolo di doppiatore del cow boy di Toy Story. Un candore che si esprimeva nella sua inconfondibile risata che ci sembra impossibile non poter sentire ancora.

Ciao, Fabrizio.