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Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo per modificare la politica migratoria dell'Unione europea. L’accordo arriva dopo un giorno e una notte di negoziati e ora, prima di entrare in vigore, dovrà essere ratificato sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio dell’Ue. I tempi saranno comunque lunghi. La sessione plenaria dell’europarlamento non si svolgerà prima della prossima primavera.
In base all’accordo, di cui ancora non si conoscono tutti i dettagli, i paesi in prima linea nell’Europa meridionale istituiranno una procedura di asilo più rigorosa alle frontiere extra-UE e avranno maggiori poteri per allontanare i richiedenti asilo respinti. Quindi verranno istituiti dei centri di detenzione alle frontiere. I paesi più interni potranno scegliere se accettare un certo numero di migranti o versare un fondo comune dell’UE. Tuttavia il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, contestando il contributo obbligatorio per tutti gli Stati al meccanismo di solidarietà, ha detto: "Respingiamo con forza questo patto sui migranti. Non lasceremo entrare nessuno contro la nostra volontà”.
Intanto la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, annunciando l'intesa ha scritto su X che "il 20 dicembre 2023 passerà alla storia. Il giorno in cui l'Ue ha raggiunto un accordo fondamentale su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l'asilo. Ancora una volta l'Europa ha sfidato le previsioni. Sono molto orgogliosa del fatto che con il Patto per la migrazione e l'asilo abbiamo ottenuto risultati e fornito soluzioni”. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato in una nota che "la migrazione è una sfida europea che richiede soluzioni europee. Gli Stati membri alle nostre frontiere esterne devono gestire la migrazione illegale, che spesso mette a dura prova la loro protezione delle frontiere. Il Patto sulla migrazione e l'asilo garantirà una risposta europea efficace a questa sfida europea. Significa che saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell'Ue, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno”. Esprime soddisfazione anche Ylva Johansson, commissaria europea agli affari interni: "Abbiamo raggiunto l'accordo politico, per una migliore protezione delle nostre frontiere esterne, più solidarietà, più garanzie per i vulnerabili e i richiedenti asilo, il tutto basato sui nostri valori europei: sono davvero orgogliosa, ce l'abbiamo fatta”. "Grazie alla capacità di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà siamo riusciti a portare avanti e concludere un negoziato che era fermo da anni. L'approvazione del Patto è un grande successo per l'Europa e per l'Italia, che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani", commenta il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Diverse organizzazioni che aiutano i migranti hanno criticato i cambiamenti, affermando in una lettera aperta che il pacchetto creerebbe un “sistema crudele” e inattuabile. “Le riforme concordate oggi dall’Unione europea con il Patto sulla migrazione e l’asilo faranno arretrare di decenni la normativa sull’asilo e causeranno maggiori sofferenze alle persone migranti”, denuncia Amnesty International. In una nota Refugees Welcome Italia, definisce il Patto “il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni”.



