Da sempre la casa è stata un bene rifugio privilegiato per i risparmi delle famiglie italiane. Investire i risparmi di una vita nella casa in cui potranno andare ad abitare i propri figli è il primo e più importante modo con cui i genitori possono trasmettere un’eredità concreta alle nuove generazioni. Insieme a un “lavoro decente”, in effetti, la casa è l’altro grande pilastro su cui si possono costruire nuovi progetti di vita e nuove famiglie.
Per questo stupisce e preoccupa che, dopo tanto parlare di patrimoniali, di tasse sulle grandi ricchezze, l’unico patrimonio che si è tassato in modo decisivo in questi mesi sia stato proprio il bene casa (soprattutto attraverso la rivalutazione del catasto, attuata improvvisamente e in modo forfettario, e quindi inevitabilmente grossolano), su cui spesso si sono concentrati i risparmi di una vita, finalizzati ai figli e proprio per questo concentrati su un bene sicuro, non volatile e rischioso come i sogni di rendimenti di Borsa traditi dai vari bond argentini, Parmalat, Cirio...
Il dibattito parlamentare più recente sembra aver aperto qualche spiraglio, fino al recente ordine del giorno del 19 aprile, approvato dal Governo su proposta del Pdl, per rendere l’Imu una tassa una tantum, valida solo per il 2012. Forse la grande resistenza anche emotiva emersa un po’ in tutto il Paese consentirà di correggere questo accanimento sul mattone di famiglia: altri sono i tagli da compiere (costi della politica, sprechi della pubblica amministrazione, enti inutili), altre sono le ricchezze da tassare, oltre alla irrinunciabile lotta all’evasione fiscale, prima di intervenire così pesantemente su un bene che, oltre a essere un valore economico, è il luogo della memoria, delle relazioni, della stabilità del progetto familiare, del dono che da genitori si fa alle nuove generazioni. La casa non è un bene di lusso per la singola famiglia, ma un patrimonio dell’intero Paese, da custodire e valorizzare, non da spremere fino all’esaurimento.
Per questo stupisce e preoccupa che, dopo tanto parlare di patrimoniali, di tasse sulle grandi ricchezze, l’unico patrimonio che si è tassato in modo decisivo in questi mesi sia stato proprio il bene casa (soprattutto attraverso la rivalutazione del catasto, attuata improvvisamente e in modo forfettario, e quindi inevitabilmente grossolano), su cui spesso si sono concentrati i risparmi di una vita, finalizzati ai figli e proprio per questo concentrati su un bene sicuro, non volatile e rischioso come i sogni di rendimenti di Borsa traditi dai vari bond argentini, Parmalat, Cirio...
Il dibattito parlamentare più recente sembra aver aperto qualche spiraglio, fino al recente ordine del giorno del 19 aprile, approvato dal Governo su proposta del Pdl, per rendere l’Imu una tassa una tantum, valida solo per il 2012. Forse la grande resistenza anche emotiva emersa un po’ in tutto il Paese consentirà di correggere questo accanimento sul mattone di famiglia: altri sono i tagli da compiere (costi della politica, sprechi della pubblica amministrazione, enti inutili), altre sono le ricchezze da tassare, oltre alla irrinunciabile lotta all’evasione fiscale, prima di intervenire così pesantemente su un bene che, oltre a essere un valore economico, è il luogo della memoria, delle relazioni, della stabilità del progetto familiare, del dono che da genitori si fa alle nuove generazioni. La casa non è un bene di lusso per la singola famiglia, ma un patrimonio dell’intero Paese, da custodire e valorizzare, non da spremere fino all’esaurimento.


