«Attuali, interessanti, a volte esigenti e difficili come svolgimento», così in sintesi Marco Erba commenta le tracce dei temi di maturità. Docente di lettere e autore di Fra me e te (suo romanzo d'esordio pubblicato a 99 centesimi in ebook sulla Rete nel 2014 e ora grazie al potere del  passaparola grande successo edito da Rizzoli), è reduce dalle prove scritte nella sua scuola, il Liceo scientifico e delle scienze umane "Opere sociali don Bosco" a Sesto San Giovanni.

Inizia dalla analisi del testo: «Dove si chiede di riflettere su un brano di Umberto Eco in cui si sottolinea che la lettereatura non ha fini pratici però è fondamentale per crescere come persone e come comunità. Sembra rispondere alla domanda che fanno spesso i miei alunni: "A cosa serve studiare la letteratura?".  In tutte le scuole c'è questa materia e per esperienza so che, alla fine, anche i più riottosi vi trovano qualcosa per capire se stessi e la propria vita. Scegliere questa  traccia significa rispondere a un'utile provocazione grazie a un autore importante che non è nel programma. Eco, inoltre, ci dice che la cultura è popolare e ricorda che Manzoni, Svevo o Moravia hanno usato una prosa piana per essere il più possibile comprensibili. Il messaggio che mi piace in questa traccia è proprio l'invito a riflettere che la cultura e la letteratura devono essere popolari. Questo deve essere il ruolo della scuola e della didattica: rendere accessibili i contenuti complessi».



Tra i saggi brevi  lo ha colpito quello sul rapporto padri-figli nelle arti e nella letteratura del '900: «Peccato che il rapporto col padre sia raccontato in maniera sempre problematica. Le fonti scelte (De Chirico, Saba e Kafka e Tozzi) parlano di una lacerazione (ne Il figliol prodigo), la poesia di Saba di un padre assente, Kafka della punizione e Tozzi di un figio fragile in contrasto con un padre forte. Si è insistito sull'aspetto del trauma e della lacerazione anche se ricomposta. Manca un testo che rappresenti un rapporto positivo caratterizzato da una presenza misericordiosa, buona, positiva e protettiva. Probabilmente il motivo è che la lettereatura del '900 è caratterizzarta dal distacco e dall'uccisione della figura paterna».

Nel saggio-breve "socio economico" si parla del Pil (prodotto interno lordo): «Interessante la scelta dei testi su cui basarsi. Uno spiega cos'è il Pil. L'altro è un discorso di Bob Kennedy in cui si dice che il Pil non è tutto perché, nel suo calcolo, ci sono anche gli armamenti e il napalm. Non possiamo, quindi, giudicare la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni secondo questo parametro. C'è la tendenza, soprattutto in ambito politico, a guardare ogni cosa solo dal punto di vista economico o della crescita economica, ma la traccia invita a non considerare il Pil un "Dio assoluto».

La traccia del saggio-breve "storico politico" (il valore del paesaggio) e quella  "storico scientifico" (l'avventura uomo nello spazio) hanno un solo difetto  spiega Marco Erba: «sono accessibili a studenti che hanno fatto certi studi e si sono informati bene su questi due temi. Richiedono conoscenze che non tutti hanno. Il secondo è stato scelto soprattutto da sudenti del liceo dele scienze applicate». Lo stesso vale per quello storico sul voto alle donne. Un tema intrigante attuale ma sicuramente esigente

Infine per quanto riguarda il tema di carattere generale, quello cosiddetto "di attualità", in cui si chiede di parlare del concetto di limite, confini, spazi, frontiere, Erba ricorda che: «invita a trattare sicuramente un argomento centrale in questo momento. Ma attenti. Anche in questo caso bisogna essere preparati. Avere delle idee e essersi comunque informati. A volte è la traccia più difficile».