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Condanna con forza l’antisemitismo e l’«odioso attacco» dei terroristi di Hamas che hanno ucciso migliaia di israeliani e rapito ostaggi che ancora sono nelle loro mani. Ma non fa sconti neppure alla politica di Netanyahu. Sergio Mattarella, nell’incontrare la stampa parlamentare, per la consueta cerimonia di consegna del ventaglio, parla dell’attacco alla parrocchia cattolica di Gaza che il governo israeliano ha definito un errore. « Si è parlato di errori anche nell'avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell'aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l'uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione», ricorda. E aggiunge. «È difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l'ostinazione a uccidere indiscriminatamente. Una condizione raffigurata, in maniera emblematica, dal bambino accolto con sua madre in un ospedale italiano, dopo aver perduto il padre e nove fratelli - tutti bambini - nel bombardamento della sua casa». Il presidente della Repubblica parla della pace e della guerra. E della necessità di difendere le istituzioni internazionali come l’Onu che hanno garantito l’assenza di guerra mondiale. Non si fa intimidire dagli attacchi che arrivano dalla Russia, ma legge il discorso che aveva già preparato senza cambiare nulla sul suo giudizio sull’aggressione all’Ucraina.
«L’aggressione della Russia all’Ucraina», dice chiaramente, «ha cambiato la storia d’Europa. Quel grande Paese - che tale rimane, malgrado le gravi responsabilità che la sua attuale dirigenza si è assunta di fronte alla storia - e sulla cui collaborazione avevamo nutrito ampia fiducia nell’Unione Europea, ha assunto sempre più una sconcertante configurazione volta allo scontro di potenza militare. È ben noto che i Paesi dell’Unione e della Nato che, insieme alla Russia, si affacciano sul Mar Baltico nutrono la grave preoccupazione, se non - come viene enunciato – la convinzione che la Russia, dopo quella all’Ucraina, coltivi il proposito di altre, nuove iniziative di aggressione, a scapito della loro sicurezza se non addirittura della indipendenza di alcuni di essi. Questi mutamenti – così profondi e inattesi - hanno provocato, tra le altre conseguenze, un comprensibile disorientamento nelle pubbliche opinioni. Disorientamento aggravato da una abile e perversa opera di diffusione di false notizie e di false raffigurazioni. Sul piano della realtà delle relazioni internazionali la scelta e la postura della Russia hanno, più che stravolto, cancellato l’equilibrio; equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra».
La consuetudine di regalare il ventaglio, ricorda il presidente, risale al 1893. «Epoca lontana, ma non riesco a fare a meno di notare che, nella vita internazionale, ci si sta avvicinando, pericolosamente, ai criteri di comportamento di quel tempo. Talvolta, in questo periodo, penso a un elemento che, nei decenni scorsi - dopo la Seconda Guerra Mondiale - contribuiva a sorreggere la pace sul piano mondiale e ad agevolare lo sviluppo nel mondo: l’aspirazione di numerosi Stati - grandi, medi e piccoli - a essere, piuttosto che temuti, come avveniva nel passato, ammirati per il loro sistema e stile di vita; ed essere, di conseguenza, ascoltati e seguiti. Oggi molti protagonisti della vita internazionale aspirano a essere temuti più che stimati e ammirati. Questa scelta può, forse, produrre qualche vantaggio nell’immediato ma colpisce, incrina ampiamente e forse azzera, per il futuro, fiducia, prestigio, autorevolezza; e, quindi, stabile ed effettiva influenza nella comunità internazionale. Vengono ignorate le esperienze che la storia presenta con evidenza: autentiche lezioni, da non dimenticare; perché la vita del mondo non inizia oggi e tanto è stato già visto nel passato».
È un discorso a tutto campo quello di Mattarella. Difende «l’OMS – l’Organizzazione mondiale della Sanità – punto di riferimento fondamentale per la sicurezza di tutti e particolarmente irrinunziabile per l’Africa». Parla della catastrofi ambientali «sempre più frequenti, con le conseguenze drammatiche che anche in Italia abbiamo subito». Di attività «economiche di grande impatto sociale che vengono esercitate al di fuori di qualunque regola di legge o di mercato, perché si sono sviluppate - e si ampliano sempre di più - al di fuori di qualsiasi ordinamento statale, sovranazionale, globale». Delal polarizzazione delle ricchezze, della «tendenza diffusa alla contrapposizione irriducibile, alla intolleranza alle opinioni diverse dalle proprie, al rifugio in slogan superficiali, in pregiudizi, tra i quali riaffiora, gravissimo, l’antisemitismo, che si alimenta anche di stupidità». Affronta il tema «dell’Intelligenza Artificiale, strumento affascinante, di portata immensamente positiva nell’ambito della salute, che – come tutte le nuove opportunità che la scienza consegna all’umanità – pone di fronte alla responsabilità di uso positivo e non perverso, particolarmente perché, per la prima volta, viene investita la sfera intellettiva».
E torna sulla «l’irrinunziabile centralità del multilateralismo» che in tanti vorrebbero accantonare «aAnche attraverso il tentativo di screditare e demolire il ruolo dell’ONU, dei suoi Organismi, delle sue Agenzie, facendo perno su lacune e scarsa efficacia della sua azione, condizioni che, in larga misura, derivano da limiti e privilegi prodotti da egoismi di potenza di singoli stati, a partire dall’antistorico diritto di veto». Ma dobbiamo chiederci se il mondo sarebbe stato migliore senza la Carta delle Nazioni Unite.
Denuncia chi si dedica a «guerre di conquista territoriale, a prove di forza, a perseguire il dominio sui propri vicini».
«Sul Medio Oriente», dice, « è persino scontato, purtroppo, affermare che la situazione a Gaza diviene, di giorno in giorno, drammaticamente più grave e intollerabile; e speriamo che alle pause annunziate corrispondano spazi di effettivo cessate il fuoco. Due mesi addietro, in una delle occasioni più solenni del Quirinale – l’incontro, per la nostra Festa nazionale, con gli ambasciatori che rappresentano in Italia i Paesi di ogni parte del mondo - dopo avere ricordato l’orrore del barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre di due anni fa, con tante vittime tra inermi cittadini israeliani e con l’ignobile rapimento di ostaggi, ancora odiosamente trattenuti, ho sottolineato come sia inaccettabile il rifiuto del governo di Israele di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario, ricordato pochi giorni fa – appunto - da Leone XIV.
Ho aggiunto, in quell’incontro, che è disumano ridurre alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani e che è grave l’occupazione abusiva, violenta, di territori attribuiti all’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania. Ho espresso l’allarme per la semina di sofferenza e di rancore che si sta producendo, che, oltre ad essere iniqua, contrasta con ogni vera esigenza di sicurezza.
Quel che è avvenuto nelle settimane successive è ulteriormente sconvolgente. Sembra che sia stata scelta la strada della guerra continua e ovunque, dimenticando che la guerra suscita nuove schiere avverse, nuovi reclutamenti di nemici, indotti anche dal risentimento, dalla frustrazione, dalla disperazione».
Testo integrale al sito www.quirinale.it



