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Saranno le ultime luci da grande evento che si accenderanno a San Siro, il 6 febbraio 2026, quelle della cerimonia di apertura dell'Olimpiade di Milano Cortina, prima che lo stadio ceda il passo al successore, ma avranno il dovere di brillare per vent'anni. Un po' perché farà scuola, essendo la prima di un'Olimpiade che include tanti territori distanti, un po' perché si calcola che sarà per due decenni l'evento più grande in città, per portata e dimensioni.
È stata presentata per la prima volta al mondo, il 16 ottobre, nella pancia di San Siro, giustappunto, la cerimonia di apertura di MIlano Cortina 2026 con la formula di un "Verso la..." quindi con l'impegno a svelare, sì, ma soltanto il minimo indispensabile, perché, ripete Marco Balich, mente creatrice delle cerimonie olimpiche, «svelare un regalo di Natale a ottobre vorrebbe dire rovinare il gusto della sorpresa, perché la sopresa della cerimonia d'apertura è lo spettacolo più grande dei prossimi vent'anni».
Che cosa significhi questa stima lo spiega Giovanni Malagò, ex presidente del Coni, tuttora presidente di Fondazione Milano Cortina: «Ci darà una opportunità unica di farci conoscere al mondo»: se è vero che la cerimonia d'apertura dell'Olimpiade invernale vale «se va male 2 miliardi di contatti, ma se va bene saranno oltre 2,5 miliardi».
L'emozione per questa prima uscita pubblica della cerimonia si percepisce, l'aggettivo "iconico" si spreca. «Siamo emozionati», ammette Andrea Varnier Amministratore delegato (CEO) della Fondazione,«perché la cerimonia, essendo la porta d'ingresso, l'evento che tutto il mondo ricorda, che definisce l'edizione e ne sottolinea lo spirito è una grande opportunità ma anche una grande responsabilità, per dimensioni di spettatori, volontari, dignitari, è quello che più impegna a tutti livelli l'organizzazione, un momento di prova molto delicato. Se tutto va bene poi il resto è più facile».
Milano Cortina ed è questa la notizia sarà la prima cerimonia olimpica «diffusa» al mondo: «un obbligo morale fare due volte i momenti protocollari più significativi nelle due città: i bracieri saranno due uno a Milano all'Arco della pace, l'altro a Cortina in piazza Dibona. E per la prima volta, nella storia della Tv, tutti gli atleti, anche se avranno la gara il giorno dopo», spiega Varnier, «potranno partecipare perché sfileranno dove si trovano: a Milano, Cortina, Bormio, Livigno, Predazzo. Mentre la Tv darà l'idea che siano tutti insieme


Quattro portabandiera per una unica "armonia"
La parola chiave sarà armonia, l'unica immagine per il momento rivelata è uno schema di un palco di design a spirale alimentata da quattro rampe, che evocano i territori dell'Olimpiade diffusa per le Alpi da Milano a Cortina, passando per Valtellina, Val di Fiemme per concludersi infine all'Arena di Verona, il più antico stadio operativo al mondo, che ospiterà la cerimonia di chiusura olimpica e di quella d'apertura paralimpica. Anche perché, ammettono, «diversamente con distanze, così grandi, limitandola a Milano, troppi atleti sarebbero rimasti esclusi».
Il portabandiera, assicurano, non dovrà necessariamente essere a Milano, ma per precauzione l'Italia ha ottenuto, come Paese ospitante di averne quattro, due atleti e due atlete. «Alle cerimonie diffuse», racconta Maria Laura Iascone, direttrice delle Cerimonie, «lavoreranno unite migliaia di persone e il racconto dovrà garantire di raccontare il valore dello sport e la capacità dell'Italia di creare bellezza: dovremo raccontare l'Italia nella sua storia millenaria, evocheremo Leonardo, i grandi esploratori, Cristoforo Colombo, dando il giusto tributo all'arte, alla moda, al design, per mostrare al mondo come l'Italia ha da sempre trasformato la tradizione in avanguardia».
E a proposito di moda non poteva mancare e non mancherà il tributo a Giorgio Armani, da poco scomparso, lo stilista che come ha sepre fatto firmerà tutte le divise degli azzurri.
«Armonia», racconta Marco Balich, «è una parola greca Ἁρμnονία, che significa mettere insieme, consonanza di elementi. Sarà un viaggio nei colori veri dell'Italia, la sua arte, la sua creatività, la sua umanità, che celebri gli atleti che vogliamo al centro, perché sono loro le vere "celebrity"». Anche se poi sono usciti i nomi di due degli ospiti d'onore: uno, il più importante e necessario, il presidente della Repubblica Sergio Matterella, chiamato per protocollo a dichiarare aperti i Giochi Olimpici, l'altra l'attrice Matilda De Angelis.
Vale il 4% del budget olimpico
Nell'insieme un gioco nei Giochi che ha raccolto poco meno di cinquecentomila dollari dagli sponsor e che pesa, stima Malagò, «per il 4% del budget dell'Olimpiade, anche se rispetto a chi ci ha preceduto torniamo a una dimensione più umana».
«Con i lavori siamo pronti anche se poi c'è da fare fino all'ultimo giorno per addobbare di bandiere la città», spiega il sindaco di Milano Giuseppe Sala, presente con il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, «adesso bisogna coinvolgere, riscaldare la città».





