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Minuscule è qualcosa di molto diverso dall’animazione tradizionale, fosse pure nella tecnologia computer grafica, è proprio l’ingresso in un universo altro. Minuscule da una parte mostra il mondo reale come potrebbe vederlo un insetto animato se vedesse con occhi umani, dall’altra mette lo spettatore in comunicazione con minuscoli esseri animati: coccinelle, formiche, lombrichi, che lungi dall’essere repellenti come volte accade nella vita vera, si scoprono simpatici, antipatici, perfidi, persino teneri perché mossi da umanissimi sentimenti, pur senza assumere mai mimica e parole umane. Un gioco che strizza l’occhio al documentario Microcosmos il popolo dell’erba da una parte e dall’altra a Bug’s life senza fare il verso a nessuno dei due, anzi brillando per originalità e ironia.
I personaggi di Minuscule sono noti al pubblico, seppure di nicchia, per gli episodi televisivi da pochi minuti, in cui capita che un lombrico viva una struggente storia d’amore con una lombrichina che abita nella mela di fronte o che insetti d’altra natura si contendano le foglie di una pianta da appartamento replicando in scala le complicazioni di vicinato che abitano tutti i condomini del mondo. Ora per la prima volta Minuscule, con la valle delle formiche perdute, assume lo spessore di un lungometraggio, con una storia complessa: una rivalità tra formiche rosse e nere con al centro una coccinella cicciottella. Una sfida per un mondo che non ha voci, ma soltanto musica e rumori, capaci di una straordinaria efficacia espressiva.
Tutto comincia con un pic-nic abbandonato e con la scoperta da parte di una formica nera di una scatola di latta piena di zollette di zucchero. Al di là della storia, che fa del film di Thomas Szabo e Hélène Giraud, prodotto in Francia, nelle sale italiane dal 22 gennaio, un’avventura a sfondo ecologico, a riempire gli occhi dello spettatore è lo scenario che si compone di sfondi reali: erba, strade, torrenti, acqua e di personaggi virtuali, che coesistono in sorprendente armonia, ovviamente rispettando le proporzioni, al punto che l’assalto – stile kolossal biblico - a un formicaio si compie a colpi di stuzzicadenti e cotton-fioc.
Dal punto di vista dell’immagine lo spettatore esce piacevolmente stupito dall’apparente semplicità del tutto, naturalezza verrebbe da dire, acquisita ovviamente a prezzo di una quantità di effetti speciali così abilmente camuffati da sembrare reali. A tutti quelli che mentre guardano si chiedono ma come avranno fatto? Suggeriamo il backstage in allegato: una lezione, di cinema e di fantasia.
I personaggi di Minuscule sono noti al pubblico, seppure di nicchia, per gli episodi televisivi da pochi minuti, in cui capita che un lombrico viva una struggente storia d’amore con una lombrichina che abita nella mela di fronte o che insetti d’altra natura si contendano le foglie di una pianta da appartamento replicando in scala le complicazioni di vicinato che abitano tutti i condomini del mondo. Ora per la prima volta Minuscule, con la valle delle formiche perdute, assume lo spessore di un lungometraggio, con una storia complessa: una rivalità tra formiche rosse e nere con al centro una coccinella cicciottella. Una sfida per un mondo che non ha voci, ma soltanto musica e rumori, capaci di una straordinaria efficacia espressiva.
Tutto comincia con un pic-nic abbandonato e con la scoperta da parte di una formica nera di una scatola di latta piena di zollette di zucchero. Al di là della storia, che fa del film di Thomas Szabo e Hélène Giraud, prodotto in Francia, nelle sale italiane dal 22 gennaio, un’avventura a sfondo ecologico, a riempire gli occhi dello spettatore è lo scenario che si compone di sfondi reali: erba, strade, torrenti, acqua e di personaggi virtuali, che coesistono in sorprendente armonia, ovviamente rispettando le proporzioni, al punto che l’assalto – stile kolossal biblico - a un formicaio si compie a colpi di stuzzicadenti e cotton-fioc.
Dal punto di vista dell’immagine lo spettatore esce piacevolmente stupito dall’apparente semplicità del tutto, naturalezza verrebbe da dire, acquisita ovviamente a prezzo di una quantità di effetti speciali così abilmente camuffati da sembrare reali. A tutti quelli che mentre guardano si chiedono ma come avranno fatto? Suggeriamo il backstage in allegato: una lezione, di cinema e di fantasia.





