L’alleanza guidata dal Bharatiya Janata Party (Bjp) del primo ministro indiano uscente Narendra Modi dovrebbe ottenere una maggioranza di oltre due terzi alla Lok Sabha, ovvero la Camera bassa del Parlamento indiano. Questo in base a quanto rilevato dagli exit poll rilasciati dopo la chiusura della lunga tornata elettorale indiana, sabato scorso. Con un numero di seggi tra 353 e 401, il nuovo governo di Modi avrà la possibilità di fare importanti modifiche alla Costituzione, spingendo sull’acceleratore sul piano di riforme che da due mandati Modi sta preparando: rendere il Paese più popoloso al mondo una nazione indù. A discapito delle minoranze religiose, in particolare degli oltre 210 milioni di mussulmani che vivono nel Paese. Le elezioni dureranno complessivamente 44 giorni e si concluderanno ufficialmente domani, martedì 4 giugno, quando verranno diffusi i risultati ufficiali. Intanto gli analisti esperti di questioni indiane avvertono che a volte, in passato, i sondaggi indiani post voto non sempre si sono rivelati totalmente affidabili affidabili. 

Va anche detto però che la vittoria del Bjp era scontata anche prima di chiamare quasi un miliardo di indiani al voto. A confermarlo sono le parole che oggi, lunedì 3 giugno Modi pronunciato lasciando intendere che la vittoria del Bjp sia cosa già fatta: «Posso dire con certezza che il popolo dell’India ha votato, con numeri record, per rieleggere il governo della National Democratic Alliance guidata dal Bharatiya Janata Party». Così il primo ministro indiano Narendra Modi ha commentato gli exit poll.

Secondo le proiezioni, la vittoria dell’alleanza di cui fa parte il partito di governo avrà margini ancora più ampi di quanto ci si aspettasse alla vigilia del voto: il Bjp era provato verso i 355-380 seggi (alle elezioni precedenti ne aveva ottenuti 353, di cui 309 erano andati al partito di Modi).

L’alleanza di opposizione – chiamata con un acronimo I.n.d.i.a. – guidata dal Congress Party di Rahul Gandhi otterrà, secondo gli exit poll, fra i 125 e i 165 seggi. La portavoce del Congress Party ha però smentito le proiezioni dicendo: «Questi sono gli exit poll “partigiani” di Narendra Modi».



Negli ultimi giorni, a causa delle temperature sopra i 50 gradi in diverse parti dell'India, sabato nello Stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, 58 persone sono morte: 33 erano membri del personale dei seggi elettorali, soprattutto guardie della sicurezza e personale addetto ai servizi igienici, ma almeno una persona sarebbe morta in coda per votare. Il giorno precedente inoltre un’altra decina di persone erano morte di caldo negli Stati dell’Orissa, del Bihar e del Madhya Pradesh. Ventitré di essi erano scrutatori delle elezioni.