Un giallo che dura da 27 anni, da quando il 18 novembre 1989 il calciatore del Cosenza Denis  Bergamini  morì in apparenza sotto le ruote di un camion dopo essersi buttato. Così dichiarò la sua ex fidanzata Isabella Internò che era con lui in quel momento. “Si è suicidato per amore”, disse, “perché voleva che io partissi con lui all’estero ma io non ho accettato”.  Una versione che sin da subito non convince i familiari, che hanno fino a oggi perseguito tenacemente la verità. L’inchiesta dapprima archiviata come caso di suicidio venne riaperta nel 2011 e l’anno successivo una perizia del Ris stabilì che Denis era già morto quando era finito sotto le ruote del camion. Nel frattempo nel 2001 era uscito il libro inchiesta dell’ex calciatore Carlo Petrini dal titolo Il calciatore suicidato (Kaos edizioni). E ora nuova svolta nelle indagini: il 2 maggio verrà riesumato il corpo per fare nuovi accertamenti alla luce delle recenti tecniche investigative. Due informazioni di garanzia sono state notificate all’ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, e a Raffaele Pisano, conducente del camion che investì il calciatore: due personaggi già entrati in passato nel mirino degli inquirenti ma le cui posizioni erano state archiviate. Il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla in un’intervista a RaiSport  ha dichiarato: «Emerge un mix di questioni sentimentali e di questioni legate ad altre tematiche. Il discorso droga è presente fin dai primi atti dell’indagine… Sembrerebbe una vicenda chiusa in un rapporto tra pochi soggetti che evidentemente hanno goduto di protezione ed è stata creata una cortina fumogena per evitare che venisse fuori la verità». Inoltre Facciolla ricorda un particolare inquietante: «Subito dopo il funerale, inoltre, Padovano (Michele, compagno di squadra e amico di Denis, ndr) accompagnò la ex fidanzata di Bergamini a casa, fu invitato a salire con insistenza. Lui andò sopra e si trovò di fronte ad una festa. C'erano delle paste. Il giorno del funerale, quindi, stavano festeggiando? È un omicidio in concorso».
La scomparsa di Bergamini colpì molto l’opinione pubblica e i suoi tifosi: non era mai accaduto che un calciatore nel pieno della sua carriera si togliesse la vita. E Bergamini era un astro in ascesa. Reduce dalla promozione con il Cosenza in serie B, era stato  richiesto da Fiorentina e Parma, ma il Cosenza non lo aveva ceduto e gli aveva così alzato la stipendio a 200 milioni annui. Dopo un lungo infortunio era ritornato a giocare ed era in ritiro con la sua squadra quando ricevette una telefonata che lo fece precipitare fuori dal cinema in cui i compagni stavano vedendo un film.  Lo prelevarono due persone rimaste non identificate e poi lo ritroviamo sulla statale 106 in compagna dell’ex fidanzata . Dopo una tormentata relazione, durante la quale la ragazza aveva anche abortito a Londra, il calciatore l’aveva lasciata e aveva iniziato una nuova storia che lo rendeva molto felice. Che cosa ci facesse quindi con la sua ex rimane un mistero, così come appare poco credibile che abbia deciso di uccidersi per lei. I compagni e i familiari nei giorni precedenti non avevano avuto nessun sentore di un gesto così estremo, era sempre allegro e scherzoso, e si rabbuiava solo, ricorda il padre, quando riceveva delle strane telefonate. Da subito furono riscontrate delle anomalie nella dinamica dell’incidente: se davvero era stato trascinato sull’asfalto dalla ruote del camion che trasportava arance perché le scarpe, l’orologio e la catenina erano intatti? Anche il suo corpo non presentava segni di trascinamento secondo l’autopsia eseguiti ben 50 giorni dopo la morte.   E perché i vestiti del  ragazzo scomparvero senza essere riconsegnati alla famiglia? Invece la sua auto risultò che era stata lavata e lucidata.  In prima linea nella richiesta della verità c’è stata la sorella Donata, che a Boccaleone di Argenta, frazione del paese natale di Denis  ha anche fondato l’associazione “Verità per Denis” così come è molto attiva la pagina facebook con 6.400 iscritti. E’ rimasto nel cuore della città, che gli ha dedicato una curva dello stadio.  Ora forse quella verità invocata da anni è più vicina.