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Come mamma ho sempre auspicato che i miei due figli, che ora frequentano la scuola media, potessero avere l’offerta di percorsi di educazione affettiva e sessuale a scuola.
È un tema troppo importante e oggi i ragazzi si confrontano nell’online con immagini e video che propongono una sessualità problematica e consumistica che mostra come si fa sesso, ma in nessun modo aiuta a comprendere l’importanza e la bellezza di una sessualità che serve a “fare l’amore”.
Nella mia scuola, questi progetti sono stati bloccati da genitori cattolici che li hanno ritenuti inadeguati. In realtà erano progetti attivati da anni con molto successo di cui tutte le famiglie avevano compreso l’importanza e l’utilità.
Perché così tanti genitori cattolici si oppongono a questa educazione nelle scuole? Non dovrebbero essere i primi a desiderare che questo tema venga affrontato e trattato in modo educativo anche per e con i loro figli?
ROSSELLA
Cara Rossella, hai ragione. L’educazione affettiva e sessuale a scuola oggi è più che mai necessaria.
Come scrivi tu, accade che a volte in una scuola ci sono genitori che si oppongono a questa offerta formativa, ritenendo la proposta inadeguata rispetto all’età del figlio (“il mio bambino è ancora piccolo: non parlategli di queste cose”), nei metodi (“andranno a insegnargli il gender!”) o riguardo ai conduttori (“appartiene ad un’associazione di cui non condivido i principi, quindi non voglio che siano quelle persone a parlare di queste cose a mio figlio”).
Quasi sempre (naturalmente ci sono eccezioni) queste opposizioni sono basate su pregiudizi e paure degli adulti.
In concreto, nelle scuole in cui vengono sollevate queste critiche accade che tutti gli alunni e le alunne devono rinunciare al programma di educazione affettiva e sessuale, come è successo anche a voi. Ovvero, il dissenso di alcuni si è trasformato in divieto per tutti.
Di recente è stata molto dibattuta la proposta del ministro Valditara per cui i genitori devono essere informati sui corsi che la scuola intende realizzare anche con soggetti esterni in ambito sessuale e devono fornire il loro assenso scritto.
Ritengo che la proposta del ministro sia molto realista. In pratica afferma che la scuola farà educazione affettiva e sessuale con tutti i suoi alunni, ma se qualche famiglia si vuole prendere la responsabilità di far astenere suo figlio/a da tale proposta, lo potrà fare.
Il diritto in tale modo è garantito per tutti e tutte. E quindi, non potranno esserci più scuse per non far entrare tale tema nella scuola.



