Gli stilemi del classico film di formazione e riscatto ci sono tutti. La mélodie racconta infatti la storia del violinista Simon che, rimasto disoccupato, accetta con scarsissima convinzione di tenere un corso del suo strumento a una classe di turbolenti allievi della scuola media di una banlieu parigina, con l’obiettivo di partecipare al saggio di fine anno con la Filarmonica della città.

Una storia già raccontata molte altre volte (pensiamo solo, per restare in ambito francese, a Les choristes - I ragazzi del coro) e che qui è ripresa senza neppure particolari colpi di scena.

Cosa rende allora questo film meritevole di essere segnalato? La sincerità e la passione che traspaiono in ogni inquadratura. Il regista Rachid Hami con uno stile sobrio riesce a far ridere e commuovere senza cadere mai nel patetico e a realizzare alcune scene davvero indimenticabili. Come la prima lezione di Simon, quando, tra gli schiamazzi degli allievi, azzarda a chiedere loro quale brano di musica classica conoscono. Un ragazzino risponde: «La sigla della Champions League». Non contento, l’insegnante insiste: «E un compositore?». «Céline Dion». Oppure quando Simon si presenta dalla famiglia del ragazzino che ha quasi picchiato a scuola, dopo che quest’ultimo l’aveva pesantemente insultato, per chiedere scusa. Il padre, che pure lo aveva aggredito quando suo figlio lo aveva informato del fatto, lo accoglie e gli chiede di suonare il suo violino per loro.

O infine quando, dopo la prima prova disastrosa, Arnold, il più talentuoso del gruppo, decide di radunare gli altri sul tetto di casa sua per farne un’altra. Tra insulti, botte e terrificanti stonature, i piccoli aspiranti violinisti gettano la maschera e si rivelano per quello che sono: dei bambini fragili che trovano nella musica la forza per esprimersi. E alla fine vogliamo davvero bene a questi irresistibili discoli e al loro impacciato insegnante.

Il regista ha raccontato di aver scovato i giovani protagonisti del film nel quartiere dove poi l’ha girato e che nessuno di loro sapeva suonare il violino: «Sono dei bambini coriacei e non mi hanno facilitato il compito, la maggior parte di loro erano molto vivaci. A volte ho dovuto allontanarli dal set per uno o due giorni. Questo li ha turbati, perché il film era importante per loro e allora, quando sono ritornati, hanno dato il meglio. Alla fine, mi hanno colpito al cuore, perché hanno dato molto di loro stessi».


LA MÉLODIE
di Rachid Hami, con Kad Merad, Samir Guesmi, drammatico, 102’