Gentile prof.ssa Spotorno, sono un’insegnante entrata finalmente in ruolo quest’anno e con una figlia diciottenne. Oggi mi trovo a condividere con lei il diritto a un bonus, i famosi 500 euro che sono stati stanziati per noi insegnanti e per chi ha compiuto quest’anno 18 anni. Ma soprattutto condivido con lei le difficoltà legate alle procedure per riuscire a ottenere ciò che per noi è stato stanziato. Un percorso a ostacoli poco chiaro e a volte decisamente sfinente. Ma non sarebbe stato più comodo e forse meno avvilente trasferire sulla busta paga come l’anno scorso questi soldi? E magari mandare una carta prepagata ai diciottenni? La sensazione è che non si voglia veramente incentivare formazione, acquisti e cultura liberi e personali.

LUISA


— Cara Luisa, anche io sono alle prese con il nuovo bonus scuola e, come te, tua figlia e i miei alunni diciottenni, conosco le molte difficoltà per attivarlo. Il tempo stringe, infatti entro il 30 novembre ci si dovrà registrare e in molti siamo in affanno. Oltre alla macchinosità per ottenerlo leggendo le istruzioni sul sito del Ministero, “Carta del docente, come e quando spendere i 500 euro per l’aggiornamento”, mi ha molto colpita l’espressione che tale importo verrà assegnato attraverso un “borsellino elettronico”, e ci tengo a virgolettare, come ha fatto il Ministero nella sua comunicazione. Mi sono infatti chiesta se le virgolette siano una sorta di scusa per l’espressione infelice o per il contenuto di tale borsellino. Si sa, nei borsellini si tengono solo gli spiccioli! Comunque sia e andando oltre alle parole, aprire questo borsellino non sarà facile. Una volta riuscita a ottenere l’identità digitale magari chiederò che le ore perse vadano computate nella mia formazione digitale obbligatoria. Ironia a parte, l’altro aspetto che forse andrebbe rivisto è quello del dove e del come spendere questi soldi. Perché sempre la circolare ci dice che i buoni spesa daranno diritto all’acquisto del bene presso gli “esercenti autorizzati”, esattamente come accade per il bonus dei diciottenni. È evidente che in questo modo lo spazio della libertà individuale e delle scelte si riduce. Qualcuno sicuramente obietterà che gli esercenti, altra espressione infelice, sono un largo ventaglio, ma ciò non toglie che vi sia sempre una limitazione alla scelta personale. Se è giusto che le spese siano dirette verso prodotti informatici, spettacoli teatrali, cinematografici, corsi di lingue e tutto ciò che serve a formarmi e a tenermi al passo con i tempi, è altrettanto vero che devo essere libera di scegliere chi mi fornirà quel bene o quel servizio anche fuori dall’elenco proposto. Nonostante tutto, buona registrazione.