Ho appena ricevuto la pagella di mia …figlia che frequenta la prima superiore, molti sei e due insuffi…cienze. Non sono preoccupata ma Aurora sostiene che i voti erano più alti, che le medie in molte materie erano del 6,5 ma che sono stati abbassati perché i prof, che hanno poche ore, erano riusciti a dare solo due voti nel trimestre e nell’incertezza preferivano tenersi stretti per non avere sorprese nel pentamestre. Quello che mi chiedo è se non sarebbe più giusto trovare un modo per vericare più spesso la preparazione dei ragazzi, magari dividendo l’anno come si faceva una volta in due quadrimestri.

GIOVANNI


Trimestre o quadrimestre questo il problema, un po’ come l’essere o non essere di shakespeariana memoria, è un dilemma che  ci attanaglia fin dall’inizio dell’anno. Vista l’autonomia di ciascuna istituzione scolastica il Preside  con il primo collegio docenti di settembre pone il fatidico quesito ai docenti. “Come vogliamo dividere l’anno scolastico per valutare i nostri alunni? Tre trimestri? Due quadrimestri? Un trimestre e un quadrimestre?”. E così  inizia la discussione che, ti assicuro, ogni anno si arricchisce di nuovi argomenti a favore o a sfavore di una scelta o dell’altra. In particolare la questione si concentra proprio sul tempo a disposizione per aver un “congruo”  numero di interrogazioni per poter dare una equilibrata valutazione degli apprendimenti. Così si inizia a valutare il calendario, le festività, i ponti e tutto ciò che potrebbe modificare il tempo a disposizione. So che ormai in molte scuole è diffusa la divisione in un trimestre e un pentamestre con la logica di far finire il primo periodo di lezioni prima delle vacanze di Natale. Il primo trimestre è molto pieno, bisogna impostare l’anno, le lezioni etc., ma ha meno stop didattici rispetto al pentamestre che è sì più lungo ma, se andiamo a vedere, tra ripresa dopo le feste natalizie, carnevale, pasqua, 25 aprile, primo maggio ed eventuali ponti in realtà non ci concede molto più tempo. Se poi si hanno solo due o tre ore di lezione alla settimana può diventare davvero un problema riuscire a fare una media che non lasci spazio a dubbi. Va però ricordato che l’insegnante nel fare le sue valutazioni non deve tenere solo conto dei risultati di prove scritte o orali fatte in classe , ma  può e deve tenere in considerazione anche  la regolarità  dei compiti ed esercizi fatti a casa, sono magari a volte proprio questi insieme  al giudizio complessivo sull’atteggiamento e motivazione  allo studio dell’alunno a far diventare un 6.5 un  sei un sette . Caro Giovanni  rassicura  Giulia  e dille  di farne tesoro per il prossimo pentamestre.

                                                                                                              PAOLA SPOTORNO