Quella che sto per scrivere è una lettera difƒficile e strana: anche per me. Mio marito e io siamo sposati da cinque anni: mi ha fatto una corte discreta, così discreta che serviva tutta la mia arte inventiva per rilevarla. Ma ora sono felice, se non fosse per le insinuazioni delle mie amiche. Una in particolare si vanta di un marito sportivo, pieno di iniziative, che la trascina in avventure spettacolari. Lei è entusiasta; il mio, al suo confronto, è un pantofolaio. Ma la sera – se lo voglio – lui suona per me il piano. L’amica, però, mi ha insinuato un dubbio: «Non è che…», la frase non l’ha ƒfinita, ma per me è stata come una fucilata.

ROSABIANCA

Eh no, cara Rosabianca! Non puoi lasciarti fucilare! Ci descrivi un marito mite, dolce, tranquillo. E pieno di attenzioni. È vero, come dici tu, che ti ha fatto una corte così soft che hai dovuto in qualche modo “inventartela”, ma tu ci racconti di essere ben contenta di averlo sposato. Eppure ti lasci coinvolgere da “paragoni” con uomini spavaldi, muscolosi, che tirano calci al pallone e trascinano la relativa lei in avventure mozzafiato. E così ti è stato inoculato il seme del dubbio: forse tuo marito non è un “maschio”. Ma da quando siamo così succubi di stereotipi che insinuano identikit inverosimili, senza incrinature, esaltanti?! Stereotipi che stiamo pagando cari, Rosabianca: perché chi non vi si adegua non è “vero” maschio o “vera” femmina. E così – come una sorta di buonismo a buon mercato – spuntano identità “liquide”, si insinua che uno può scegliersi un’appartenenza sessuale anche a tappe, con “mutazioni” varie. Hai ragione, la tua lettera è “difficile”, perché non rispetti la realtà! Non fai che dirci che il tuo uomo ti piace, che i suoi atteggiamenti ti danno pace, che anche il vostro rapporto sessuale è soddisfacente. E allora? Solo perché qualcuno esibisce i muscoli (e la tua amica te li fa notare) tu non sei più solidale con il tuo amore? Forse dovresti credere un po’ più in te stessa e meno alle fanfarate delle tue cosiddette amiche. Ha ragione il Papa: è la donna che fa più uomo il suo uomo, è l’uomo che fa più donna la sua donna. Nel rispetto reciproco. Siamo chiamati a celebrare la ricchezza del femminile e del maschile, non a pretendere comportamenti standard in forza di stereotipi vincenti. Sta a te essere orgogliosa dell’essere maschio del tuo uomo. Auguri!