Ho sessant’anni. Sono mamma, moglie e nonna. Pensionata statale da diversi anni. Ho lasciato il lavoro in tempo per seguire la mia famiglia con tre figli, i genitori anziani e altri familiari alle prese con qualche malattia. Ieri sera, ho ascoltato alcuni politici in Tv che dicevano tante belle parole, propositi e rimedi per risanare il Paese e ridare fiducia ai mercati che, coi loro meccanismi perversi, ci stanno dissanguando. Ma non sono gli stessi che ci hanno portato a questo disastro? Dicono che ora ci aspettano i sacrifici. Ma noi ci siamo abituati da tempo. Loro, forse, no. Noi, come tantissime altre famiglie, abbiamo lavorato duramente, cresciuto i figli, aiutato i familiari, e fatto quadrare i bilanci di casa. Chi, invece, ha gestito la cosa pubblica, si è solo preoccupato dei propri privilegi: stipendi, auto blu, pensioni e vitalizi, servizi gratuiti ecc... Senza alcun controllo della spesa pubblica. Siamo tutti “nella stessa barca”, ma a remare sono sempre gli stessi.

Carla - Brescia

Sentire la vecchia politica, cioè quelli che ci hanno portato a un passo dalla Grecia, dare lezioni ai cosiddetti tecnici su come risanare i conti del Paese, fa davvero ridere. Se la situazione non fosse così tragica. Non basta invocare le elezioni come la panacea di tutti i nostri problemi. Né basta il semplice consenso popolare per diventare, automaticamente, saggi e competenti nella gestione della cosa pubblica. Ma come si fa ad affidare il Paese a politici che non sanno trovare nemmeno la soluzione per una nuova legge elettorale? O, per dirla tutta, agli stessi che hanno combinato la “porcata” elettorale, che sembra non avere più padri?