Il suo volto aperto e sorridente, il suo nome, rimangono legati indissolubilmente alla sua lotta contro i tumori, nella quale ha speso l’intera sua vita di oncologo. Umberto Veronesi si è spento alla vigilia del suo novantunesimo compleanno. Una vita spesa sino all’ultimo a favore dei malati e della ricerca. Nato a Milano il 28 novembre 1925, Veronesi si è laureato in medicina e chirurgia all'università statale di Milano nel 1952 e dopo alcuni soggiorni all'estero è entrato all'Istituto nazionale dei tumori come volontario, diventandone direttore generale nel 1975. Nel 1965 ha partecipato alla fondazione dell'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc) e ha fondato nel 1982 la scuola europea di oncologia. È stato anche socio fondatore dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Nel 1991 nasce la sua grande creatura, fondato, l'Istituto europeo di oncologia (Ieo), diventandone direttore scientifico,  a cui nel  2003  si affianca la Fondazione Umberto Veronesi. Per lui il malato non era solo la sua malattia, rimaneva una persona, la cui dignità psicologica e fisica andavano salvaguardata. In quest’ottica mise a punto una rivoluzionaria tecnica chirurgica contro il tumore al seno, la quadrantectomia, che limitava l’impatto estetico rispetto alla mastectomia,  a patto che venisse abbinata alla radioterapia. In seguito introdusse la radioterapia direttamente durante l’intervento chirurgico, in modo da distruggere subito eventuali cellule malate residue. Altra innovazione l’analisi del linfonodo sentinella, che permette di capire se è opportuno asportare anche gli altri linfonodi o meno.

Si è speso anche nel campo della politica diventano nel 2000 ministro della Sanità, dove si è distinto in special modo per la legge antifumo che ha portato al divieto di fumare nei luoghi pubblici. Dal 2008 al 2011 è stato senatore del parlamento italiano eletto con il Partito Democratico, carica a cui ha rinunciato quando è stato  nominato presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare italiana.Si è battuto in prima persona per numerose campagne etiche e sociali, che in alcuni casi erano in disaccordo con la linea editoriale di Famiglia Cristiana, come la depenalizzazione e la legalizzazione delle droghe leggere, la legge sull'eutanasia nel caso particolare di malati terminali, il valore legale del testamento biologico, in cui dichiarare le proprie volontà sul fine-vita, il matrimonio egualitario e l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Vegetariano convinto, ha sostenuto che il consumo di carne  espone a un rischio maggiore di contrarre diversi tipi di patologie, tra cui i tumori. Nella sua lunga vita ha ricevuto 14 lauree Honoris causa, e ha collezionato ben 800 pubblicazioni. «Con la morte ho un buon rapporto», aveva dichiarato al Corriere della sera. «L’immortalità su questa Terra sarebbe una catastrofe». Mentre credeva  in una forma di immortalità laica: «Quella rappresentata dalle idee, quanto maggiore è il contributo di innovazione che portiamo alle idee tanto più il nostro pensiero sopravviverà».