PHOTO


Futura intercetta due fasce di età: ragazze dai 13 ai 18 anni, con focus relativo al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo. E giovani donne tra i 18 e i 24 anni aiutandole nel percorso di professionalizzazione che coinvolge famiglie, scuole, servizi sociali e aziende presenti sul territorio.
In totale sono quindi 300 i piani educativi personalizzati e definiti a partire dai bisogni, inclinazioni e aspirazioni specifiche di ciascuna persona destinataria dell’intervento stesso e prevedono la predisposizione e la fornitura di beni o servizi. Inoltre, «le ragazze e le mamme beneficiano di un sostengo psicologico e concreto collegato sia all’accesso al mondo del lavoro che alla cura dei figli. Abbiamo pensato a percorsi mamma-bambino volti a favorire una genitorialità positiva e un accompagnamento che include anche attività laboratoriali per rinforzare il grado di autonomia e l’educazione finanziaria, che come Intesa Sanpaolo curiamo in prima persona con i nostri esperti», spiega Bonassi, che coordina una struttura che vuole essere parte attiva del cambiamento nei territori dove opera grazie a quasi cento persone che lavorano sui progetti insieme alle cooperative sociali, ai consorzi e ai Comuni partner.


E a beneficiarne sono ragazze come Alice: «All’età di 14 anni», dice la ventiduenne, «sono entrata in casa famiglia e ho lasciato gli studi. Ora so che voglio tornare a scuola grazie al lavoro di supporto psicologico e di orientamento di Futura. Ho sempre pensato che essere nata ragazza in periferia fosse una condanna, ora invece sono molto fiera di essere una donna, e sogno di diventare come Samantha Cristoforetti». Elisa invece di anni ne ha 17: «Aiuto spesso mia mamma a badare al mio fratellino, perché deve lavorare. Futura mi ha dato la possibilità di sperimentare in campo artistico, ho scoperto di voler illustrare i libri per bambini».
In Italia sono 2 milioni i bambini che vivono in povertà: «Per contrastare questo fenomeno facciamo nascere progetti come Futura o la scuola di Casoria, dove a settembre abbiamo inaugurato un polo educativo che copre l’area nord di Napoli fino a Caivano con l’obiettivo di sperimentare un modello educativo che renda i giovani protagonisti del cambiamento», conclude Bonassi.



